Una passeggiata contro ogni bavaglio al diritto dei cittadini ad essere informati e per la dignità della professione. Si è aperta così, con una prima protesta simbolica, la mobilitazione della Fnsi proclamata all’indomani del via libera della Camera dei deputati all’emendamento presentato da Enrico Costa che vuole vietare la pubblicazione, integrale o per stralci, delle ordinanze di custodia cautelare.
«L’emendamento Costa è solo l’ultimo atto di un percorso che vuol far perdere dignità alla nostra professione: dalla riforma Cartabia alla stretta sulle intercettazioni alla riforma della diffamazione in discussione in Senato è lampante la volontà di restringere il perimetro del diritto-dovere di informare», ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, nel corso della riunione di Giunta esecutiva che ha preceduto il flash mob.
L’iniziativa era stata organizzata in concomitanza con la conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia Meloni, prevista per il 28 dicembre e poi rinviata al 4 gennaio 2024. «Chiediamo alle colleghe e ai colleghi che per lavoro parteciperanno alla conferenza stampa di chiedere conto alla presidente Meloni di questa volontà del suo governo e della sua maggioranza di limitare il diritto dei cittadini a conoscere», l’esortazione della segretaria Costante.
«Servono più domande, non meno. Più informazione, non meno. In questi giorni qualcuno ha abusato di un valore: il garantismo. Dobbiamo spiegare che i veri garantisti vogliono più trasparenza, non meno», ha rilevato il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, nel corso del dibattito in sala Tobagi prima che i rappresentanti del sindacato dei giornalisti uscissero, bavaglio sulla bocca, per le strade di Roma.
Quindi il flash mob, con le foto davanti al Senato, a Montecitorio e sotto Palazzo Chigi. E l’appuntamento alla prossima tappa della mobilitazione: il 3 gennaio, giorno in cui si riunirà la Conferenza dei fiduciari e Comitati di redazione per decidere i prossimi passi della protesta contro ogni bavaglio e per la dignità della professione giornalistica.