Il Comitato di redazione della Direzione approfondimento Rai si unisce alla mobilitazione di Fnsi, Stampa romana, Usigrai contro la “Legge bavaglio”. E’ quanto si legge in una nota che precisa come “i giornalisti delle trasmissioni di approfondimento della Rai sono allarmati dalla censura imposta per legge con il divieto di pubblicazione ‘integrale o per estratto’ del testo dell’ordinanza di custodia cautelare fino all’avvio del processo”.”L’atto con cui i giudici formalizzano la misura cautelare – si legge nel comunicato della rappresentanza sindacale interna Rai – è principale strumento di pubblicità di arresti, interrogatori, intercettazioni, perquisizioni. Indispensabile all’informazione sia per l’immediata divulgazione di notizie di interesse pubblico che per le verifiche e le ricostruzioni di fatti non solo di pubblico interesse, ma nell’interesse del pubblico. La pubblicità dei fatti, che è alla base stessa del dovere dell’informazione, è infatti garanzia per tutti contro ogni forma di abuso di potere. È garanzia per il pubblico, che deve poter conoscere per deliberare. È garanzia per chi è stato raggiunto da misure cautelari, perché consente un controllo condiviso dell’azione giudiziaria”.Per il Cdr di Rai Approfondimento “ignorare tali meccanismi – non vogliamo credere che tale determinazione sia stata presa per anteporre le garanzie di qualcuno all’interesse pubblico – mette seriamente a rischio i meccanismi di base di ogni sistema democratico, impedendo ai cittadini di prendere coscienza del mondo che li circonda. Infine, oltre che censurare i casi giudiziari, questa legge espone ancor più i cittadini alla mercè di truffe, e non solo di deformazioni delle realtà dei sistemi politico-ideologici. Giova ricordare che siamo il Paese delle mafie, degli scandali finanziari e delle malversazioni da parte di numerosi gruppi di potere”.”Indebolire il Paese negandogli, nel contesto in cui è immerso, di essere informato è di per sé criminogeno. Il Cdr sollecita una rapida e chiara presa di posizione da parte di tutte le forze che si dichiarano di rappresentanza dei giornalisti a prendere netta distanza da questo come da ogni altro provvedimento liberticida”, conclude la nota.