Marlin e la nuova collana “Al limite”
“Io e Sandokan. Storia di una cronista di strada che ha sfidato la tigre”:
Il primo libro di Marilena Natale, cronista sotto scorta dal 2017, ricostruisce, con uno spaccato inedito, le vicende dello spietato boss di Casal di Principe, Francesco Schiavone, della sua famiglia di camorristi e del suo lavoro di cronista nella “Terra dei Fuochi”
La presentazione del libro si svolgerà, sabato 16 dicembre alle ore 10.30, a Casal di Principe (CE) nella sala conferenze di Villa Liberazione – Centro Diurno Psichiatrico
“Il libro di Marilena Natale descrive un viaggio non virtuale, ma reale nel clan dei casalesi, attraverso il ricordo di alcuni episodi storici e la narrazione di spaccati di vita camorrista e di resistenza civile, a volte eroica” (Federico Cafiero De Raho, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie ed ex Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo).
Un potente racconto di coraggio e denuncia, scritto da una cronista di strada, costretta a vivere sotto scorta dal 2017, per aver combattuto una delle più sanguinarie famiglie camorristiche, attraverso le sue inchieste. “Io e Sandokan. Storia di una cronista di strada che ha sfidato la tigre”, il primo libro di Marilena Natale, in uscita, giovedì 14 dicembre, in tutte le librerie e on line per nella nuova collana “Al Limite” per Marlin Editore, ricostruisce, con uno spaccato inedito, le vicende dello spietato boss di Casal di Principe, Francesco Schiavone, della sua famiglia di camorristi e del suo lavoro di cronista nella “Terra dei Fuochi”; ma anche delle nuove leve criminali, che hanno imparato la “lezione”: meno si spara, più gli affari vanno a gonfie vele, grazie anche a delle crepe nel sistema giudiziario.
I proventi dei diritti d’autore del saggio saranno devoluti dalla scrittrice a favore dell’associazione “La Terra dei Cuori Onlus”, che si occupa di assistenza socio-sanitaria in campo oncologico infantile.
La prima presentazione del libro, si svolgerà, sabato 16 dicembre alle ore 10.30, a Casal di Principe (CE) nella sala conferenze di Villa Liberazione – Centro Diurno Psichiatrico (via Angiolieri): luogo simbolico, perché un bene confiscato e conosciuto un tempo come “Villa Scarface”. Dopo i saluti del Sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, interverranno con l’autrice, i giornalisti Désirée Klain e Nicola Baldieri, l’ex commissario della DIA Raffaele Gragnaniello e l’onorevole Federico Cafiero De Raho, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare antimafia.
La Natale vive e lavora ad Aversa, in quel vasto territorio ad altissima concentrazione camorristica, dove dopo una decina di anni dalle condanne definitive inflitte ai suoi capi storici, la holding criminale casalese non vuole mollare la presa. I boss delle nuove generazioni hanno dimostrato di essere all’altezza dei loro predecessori. Mentre la malavita ha allungato i suoi tentacoli anche nel settore sanitario, spesso grazie alla complicità di politici e imprenditori asserviti al clan.
Una narrazione che lascia, però, anche spazio alla speranza, per la lotta coraggiosa di chi si oppone alla camorra: testimoni come don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, che nel libro racconta dell’agghiacciante incontro con il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone; Raffaele Gragnaniello, l’ispettore capo che coordinò il clamoroso arresto del re dei boss Francesco Schiavone, che rivela la caparbia di quegli incredibili mesi di indagini; Federico Cafiero De Raho, fino al 2022 Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, che firma l’introduzione. E con loro tanti altri “partigiani del bene”, nati dal seme del sangue di don Peppe Diana.
Ciò che rende assolutamente unico il lavoro della Natale, è che non si limita a scrivere sulla carta stampata o sul suo seguitissimo blog. La reporter, punto di riferimento stabile per i casalesi perbene, con le sue dirette social, seguite da milioni di follower, negli anni è diventata un pungolo potente contro i criminali; ai quali si rivolge personalmente, dando dettagli sui loro spostamenti, compagnie, malaffari. Una modalità sicuramente rischiosa la sua, ma che ha spronato tanti cittadini a trasformarla in una sorta di “ufficio denunce” (proprio come titola uno dei capitoli del suo saggio) e grazie ai suoi articoli, molti boss vengono anche arrestati.
La chiamano “Mamma Natale” quando aiuta a trovare una casa più grande ai suoi ragazzi (sono più di 90), in modo da fare vivere i piccoli pazienti oncologici, circondati dal calore dei fratelli e i genitori in un appartamento più grande, per evitare il contagio. Ed è proprio “Natale” anche quando trova, attraverso un’attività solidale capillare che dura tutto l’anno, il regalo da mettere sotto l’albero “perché potrebbe essere l’ultimo” Oppure quando porta i suoi ragazzi ad operarsi in costosi ospedali all’estero con la sua associazione “Terra dei cuori”, fondata nel 2015, per aiutare e proteggere i bambini, vittime della “Terra dei fuochi”. Attraverso la onlus organizza anche “viaggi della speranza”, in montagna e al mare, per i piccoli guerrieri e le relative famiglie.
MARILENA NATALE, nata nel cuore dell’Agro aversano, per anni è stata penna della “Gazzetta di Caserta” e reporter per la tv regionale Più News. Si definisce una cronista di strada, una voce per la sua gente, un punto di riferimento stabile per i casalesi veri, persone perbene, che ogni giorno hanno il coraggio di dire di no alla criminalità organizzata. Da tempo si occupa, con coraggio e passione, di infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione, traffico dei rifiuti, inquinamento e salute pubblica. Tematiche scomode che spesso l’hanno messa in pericolo, rendendola bersaglio di minacce e intimidazioni, e costretta a vivere sotto scorta armata. Eppure da anni va avanti senza paura, seguita con grande interesse e partecipazione da migliaia di followers sui social e in tv, conquistando premi come il Daphne Caruana Galizia per il giornalismo, il Premio agenda Rossa Paolo Borsellino, il Premio Giorgio Ambrosoli, il Premio Ilaria Alpi, il Premio Nassiria e il Premio Joe Petrosino.