Condannati quattro esponenti della famiglia Casamonica accusati di violenza e minacce nei confronti dei giornalisti che nel luglio 2018 stavano documentando gli arresti compiuti nell’operazione ‘Gramigna’ a Porta Furba, ‘roccaforte’ del clan a Roma. Il giudice monocratico ha condannato i quattro imputati a una pena di due anni. La procura aveva, invece, sollecitato per tutti un anno e sei mesi. Nel processo sono parte civile l’Fnsi e la Rai, oltre ai due giornalisti Floriana Bulfon e Piergiorgio Giacovazzo, tutti rappresentati dall’avvocato Giulio Vasaturo. In quell’occasione, come si legge nel capo d’accusa, gli imputati, a vario titolo, con ‘’minaccia e violenza’’ cercarono di costringere i cronisti a ‘’desistere dall’effettuare videoriprese’’. In particolare, i cameramen furono aggrediti, con telecamere strappate di mano, mentre altri lanciarono alcuni bastoni verso le troupe.
“Il giudice ha ritenuto la condotta particolarmente lesiva del servizio informativo garantito dalla Rai”, ha detto l’avvocato Giulio Vasaturo, “La sentenza ribadisce che non vi sono zone pubbliche precluse ai giornalisti che rimangono un provvidenziale presidio di democrazia nel nostro Paese”.
(Nella foto Floriana Bulfon, Daniele Macheda, Giuseppe Giulietti e Gianpiero Cioffredi il giorno dell’apertura del processo e della costituzione di parte civile di Fnsi e Rai)
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