I ruoli sono stati distribuiti come in una squadra di calcio: la testa d’ariete, il bomber, è Matteo Salvini, la regista Giorgia Meloni. Difficile individuare l’allenatore, anche se alla luce delle esternazioni ideologiche su Tolkien, osannato ben oltre i suoi meriti di narratore, si staglia la silhouette del ministro della cultura (?) Gennaro Sangiuliano.
La testa d’ariete si scaglia con violenza contro alcune fondamentali garanzie costituzionali, come il diritto di sciopero; la regista si sta ritagliando, giorno dopo giorno, con i suoi incontrastati video-messaggi, il compito-missione di convincere gli italiani, parlando occhi nella telecamera e cercando di rendersi credibile ricorrendo alla moral suasion.
Le assemblee, le manifestazioni di piazza, le nette prese di posizione cercano di contrastare l’azione devastante di Salvini, operazione delicata perché non si deve correre il rischio di commettere un fallo da rigore. L’unica vera garanzia di lotta con prospettiva di vittoria è impugnare saldamente il testo della Carta Costituzionale, che per ora neppure una testa d’ariete, nonostante le dichiarate velleità, può stravolgere.
Molto più complicato risulta contrastare la subdola azione della Presidente del Consiglio per la grande disparità delle armi disponibili. Un esempio? Ieri ha inviato all’assemblea della Federmanager un messaggio, utilizzando un volto massimamente convinto, costruito su un testo che da un lato rasenta il ridicolo, dall’altro preoccupa per il sottinteso. Dopo aver affermato che per anni in questa ‘Nazione’ ‘la competenza non serviva a nulla’, lei e la sua maggioranza hanno ’scelto di chiudere quella stagione e di lavorare per riattivare l’unico ascensore sociale di cui davvero disponiamo, il merito’.
Perché ridicolo? Perché basta guardare a come è stata formata la sua squadra di governo e andare a spulciare tutte le nomine che sono state fatte in vari settori per capire che il merito c’entra poco o nulla. E siccome anche i manager riuniti in assemblea hanno tradotto il sottinteso contenuto in quell’affermazione, così come tutti gli altri cittadini che, grazie alla fedelissima Rai, hanno avuto modo di ricevere integralmente il messaggio, quella parola, ‘merito’, assume un valore del tutto diverso: si deve intendere come appartenenza, fedeltà, ubbidienza.
Contrastare la violenza di Salvini è decisamente più semplice. Combattere parole bugiarde che negano la realtà è molto più complicato. L’azione costante di Beppe Giulietti e della nostra associazione sta facendo di tutto per svelare la vera finalità di tante bugie, di manovre viscide, come cercare di far passare l’idea del premierato non come una costruzione autoritaria per aumentare il potere dei governanti, ma come migliore ascolto della volontà degli elettori.
Quali gli strumenti a disposizione? Pochi, molto pochi. In campo, oltre noi di Articolo 21, ci sono tante associazioni di base, il movimento per la pace di Assisi, la CGIL, alcuni parlamentari, qualche giornale, mentre è quasi totale l’oscuramento radiotelevisivo. Diventa urgente una vera alleanza fra tutti i democratici che si oppongono a questo spaventoso degrado della politica. C’è ancora chi si diletta in distinguo illogici, consentendo così che continui a suonare l’orchestrina mentre il Titanic Italia affonda. L’opposizione democratica deve organizzarsi per dotarsi di strumenti più efficaci, altrimenti ci sarà poco da fare contro demagogia, bugie, deportazioni di migranti spacciate per un successo internazionale dell’Italia, e contro una sempre più subdola e costante azione di moral suasion.