Stupro di Palermo, lettera e raccolta firme contro Nunzia De Girolamo. La violenza non è spettacolo

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La violenza non può diventare uno spettacolo da portare in televisione per fare audience. E’ il concetto alla base della lettera corredata da 300m firme inviata alla presidente della Rai Marinella Soldi e a tutto il Cda, nonché per conoscenza al presidente Agcom, Giacomo Lasorella e quello dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bortoli. Si chiede di valutare la scelta della trasmissione Avanti Popolo, condotta da Nunzia De Girolamo,  di ospitare la ragazza vittima dello stupro di Palermo. L’accusa alla base della lettera è sostanzialmente quella di aver violato “basilari principi della deontologia professionale nell’esporre una sopravvissuta alla spettacolarizzazione del proprio stupro e alla vittimizzazione secondaria cui si è assistito nel corso del programma”.  Sotto accusa la lettura dei messaggi che i violentatori si sono scambiati l’indomani della violenza (“così è uno schifo”, “la carne è carne”). “Mi fa fatica leggerti queste frasi”, aveva detto la conduttrice in studio. A pesare anche le interviste di palermitane e palermitani che a volto coperto incolpano la vittima di essersela andata a cercare. Anche le modalità di conduzione dell’intervista non sono piaciute, dal passato della ragazza, che adesso vive in una località protetta, alla scelta di ripercorrere la sera della violenza. “La ragazza – si legge nella lettera – è stata sottoposta con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria, dal momento in cui è stata costretta ad ascoltare sia le intercettazioni degli stupratori, sia l’agguerrita vox populi dei social, riprodotta graficamente sugli schermi dello studio che, analizzati arbitrariamente e morbosamente i vestiti, gli usi e gli atteggiamenti della giovane, ne ha sancito la colpevolezza”. Il contenuto della trasmissione era stato già stigmatizzato dalla Cpo di UsigRai e Fnsi.


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