E’ ora di tornare nelle piazze, la democrazia è a rischio e per smembrarla la prima cosa che da sempre viene fatta è quella di colpire il giornalista, quello libero, quello d’inchiesta, quello che per definizione è il cane da guardia della democrazia. A onor del vero va detto che Articolo 21, dal 2002 anno in cui l’Associazione è nata, dall’editto bulgaro in poi, non ha mai smesso di andare nelle piazze e di svolgere il compito di scorta mediatica a chi subisce ingiustizie a scapito della verità e contro chi vorrebbe imbavagliare e delegittimare i giornalisti liberi, dalla schiena dritta, sempre al servizio del cittadino.
Articolo 21 è a difesa della Costituzione e al diritto del cittadino di essere informati e al dovere del giornalista di informare.
Articolo 21 Emilia-Romagna aderisce alla manifestazione di Roma del 7 novembre al Pantheon per accompagnare Sigfrido Ranucci alla convocazione ricevuta dalla Commissione parlamentare di vigilanza Rai, che ha il sapore del processo preventivo, con l’obiettivo della gogna per rafforzare chi vorrebbe togliere a “Report” e ai suoi giornalisti la manleva, cioè la tutela legale, ruolo che appartiene per legge all’editore, in questo caso alla Rai. Lasciare scoperto il cronista contro le richieste di risarcimento relative alle cause civili indette da chi vuole attorno a sé il buio e non i riflettori dell’informazione. Tentativo fatto nel passato dal direttore generale della Rai Mauro Masi, andato a vuoto, sempre nei confronti di “Report” allora condotto da Milena Gabanelli.
Tutto ciò dimostra a quale livello sono arrivati i nostri politici quando salgono al potere: rifiutano le domande, non solo quelle scomode, e gli uffici stampa il più delle volte concordano le interviste, se non addirittura suggeriscono cosa chiedere.
Per tutto questo a “Report”, a Sigfrido Ranucci e alla sua redazione va la nostra solidarietà nella consapevolezza che la libertà di informazione è sempre più a rischio.