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Radio International. Una commedia tragicomica ambientata in uno studio radiofonico

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Dal 24 al 29 ottobre al Teatro Gobetti, nell’ambito della stagione del Teatro Stabile di Torino, lo spettacolo “Radio International” il progetto di teatro seriale di Hamid Ziarati, scrittore italo-iraniano, e Beppe Rosso, anche regista, con Adriano Antonucci, Lorenzo Bartoli, Massimiliano Bressan, Francesco Gargiulo e Barbara Mazzi, una produzione A.M.A. Factory.
Scene e luci Lucio Diana, sound designer Massimiliano Bressan, aiuto Regia Thea Della Valle, tecnico di compagnia Raffaele Arru.

Radio International è una commedia tragicomica ambientata in uno studio radiofonico.
La radio è un luogo affascinante e particolare dove la parola si fa azione; dove si intrecciano gli accadimenti esterni e i rapporti interni fatti di tensioni, aspirazioni ed entusiasmi di chi la radio la fa.
Lo spettatore si trova dentro uno studio radiofonico di una stazione radio collegata ad un network nazionale – TIN (Turbo Italia Network) – e vede come nascono le notizie, vere o false che siano, e partecipa a ciò che sta dietro le quinte e a ciò che nutre economicamente e culturalmente un’emittente.

Due conduttori, uno stagista, un fonico e un immigrato mediorientale, ex giornalista che ora vive in strada, sono i personaggi. La crisi economica dell’emittente, la notizia di una bambina siriana che tenta di attraversare il confine con la Francia e le prese di posizione del governo creano un forte contrasto interno che genera il dramma dell’incomprensione che metterà in dubbio l’intera tenuta delle trasmissioni.
Una situazione di conflitto e controversia che è specchio di ciò che attualmente attraversa la nostra società.

“Uno spettacolo di incredibile attualità che – afferma Beppe Rosso -, attraverso un’iperbole paradossale parla di noi, dell’oggi e dei temi cruciali che attraversano l’Europa e i suoi cittadini: dalle migrazioni, al diffondersi dell’odio fino all’avanzare dei nazionalismi”. Il dramma di un paese in trasformazione, “in bilico tra una deriva nazionalista e il rifugio verso l’Europa, dove si rincorrono notizie contrastanti e contraddittorie sono gli elementi su cui si muove l’impianto narrativo”.

I temi trattati dallo spettacolo teatrale toccano il ruolo centrale dell’informazione, “insomma – prosegue Rosso – le contraddizioni e gli scontri che si possono creare in merito alla scelta delle notizie, che potrebbero determinare la sopravvivenza o meno della radio stessa”. Lo spettacolo dunque è “un gioco di specchi dove si tirano in ballo i temi cruciali con cui ognuno di noi si deve confrontare quotidianamente, ma contemporaneamente si affrontano le responsabilità che riveste l’informazione e le sue complessità viste attraverso e dentro una redazione radiofonica”, conclude Rosso.
Ma lo spettacolo non è una mera indagine sociologica, bensì un gioco d’attore in cui i personaggi si trovano spesso coinvolti in situazioni enigmatiche e paradossali.


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