La notizia che la destra che governa il comune di Lucca gli ha negato la titolazione di una strada o di una piazza, sarà sicuramente arrivata a Sandro Pertini che, sicuramente, l’avrà avvolta come una medaglia postuma al valor civile e costituzionale.
Lui, di sicuro, non avrebbe mai sbagliato analisi su questa destra che, in Europa, è definita “destra estrema” e, solo in Italia, i cerchiobottisti riescono a definire “centro destra” Del resto chiunque, almeno una volta, abbia dato un’occhiata al videomessaggio inviato dalla presidente Meloni ai neofranchisti di Vox, o abbia guardato il filmato di un La Russa che si aggira tra busti del Duce e i gagliardetti fascisti, non avrebbe potuto sbagliare.
La destra di Lucca, come gran parte della destra radicale italiana, continua a coltivare una pericolosa ambiguità.
La mattina con gli ebrei, la sera con Almirante, uno dei padri delle leggi razziali.
Di giorno dalla parte della Costituzione, la notte al lavoro per smantellare la Costituzione antifascista.
Omaggi formali alla Repubblica e nostalgia per il Duce, quello che “ha fatto tante cose buone..”
Il no a Pertini, qualsiasi siamo le motivazioni, è un No al presidente partigiano combattente, uno di quelli che ha contribuito a cacciare i nazisti e i traditori fascisti dal suolo nazionale,uno di quelli che li ha sempre duramente contrastati, durante il ventennio e dopo.
Quello che é accaduto a Lucca non va sottovaluto.
Spetta alle autorità garanzia e alla rappresentanza dello Stato sul territorio, prefettura in testa, ristabilire la legalità repubblicana.
Non hanno offeso solo Pertini, ma la costituzione antifascista e questo non può e non deve essere consentito, nè al Lucca, nè a Roma, né altrove.