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In Medio Oriente è anche un massacro di giornalisti

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(Parigi). Mentre piovono bombe su Gaza ed il bollettino di guerra parla di quasi 3.000 morti a Gaza di cui oltre 700 bambini, il CPJ (Committee to Protect Journalists), una Ong basata a New York che promuove la libertà di stampa in tutto il mondo, accende una luce su quei giornalisti che hanno trovato la morte dall’inizio di questo sanguinoso conflitto semplicemente perché stavano facendo il proprio mestiere, ovvero informare. L’Ong conferma la morte di ben nove giornalisti palestinesi, un giornalista israeliano e di un giornalista libanese ucciso durante un bombardamento nel sud del Libano.

“I giornalisti sono civili che svolgono un lavoro importante in tempi di crisi e non devono essere presi di mira dalle parti in guerra”, ha dichiarato Sherif Mansour, coordinatore del programma Medio Oriente e Nord Africa del CPJ. “I giornalisti stanno facendo grandi sacrifici in tutta la regione per coprire questo importante conflitto. Tutte le parti devono adottare misure per garantire la loro sicurezza, per fermare questo pesante tributo di morte”.

Il 13 ottobre Issam Abdallah, videoreporter dell’agenzia di stampa Reuters con sede a Beirut, è stato ucciso durante un bombardamento vicino al confine con il Libano. Abdallah e un gruppo di altri giornalisti stavano coprendo i bombardamenti nei pressi di Al-Shaab, nel sud del Libano, tra le forze israeliane e il gruppo militante libanese Hezbollah. Il 12 ottobre Ahmed Shehab, giornalista della radio Sowt Al-Asra (Radio Voce dei Prigionieri), è stato ucciso in un attacco aereo israeliano che ha colpito la sua casa a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dal Sindacato dei Giornalisti Palestinesi. Shehab ha trovato la morte  insieme alla moglie e ai tre figli. L’11 ottobre Mohamed Fayez Abu Matar, un fotoreporter freelance, è stato ucciso durante un attacco aereo israeliano nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, secondo quanto indica il Sindacato dei giornalisti palestinesi e l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità palestinese Wafa. Il 9 ottobre Saeed al-Taweel, caporedattore del sito web Al-Khamsa News, è stato ucciso durante un’incursione di aerei da guerra israeliani che hanno colpito un’area che ospitava diversi organi di informazione nel distretto di Rimal, nella parte occidentale della Striscia di Gaza, in particolare l’edificio Hiji, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Independent, dal canale di informazione in lingua inglese Al Jazeera English e dall’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità palestinese Wafa. Nello stesso bombardamento hanno perso la vita  anche Mohammed Sobh, un fotografo e Hisham Alnwajha, giornalista, entrambi dell’agenzia di stampa Khabar.

L’8 ottobre Assaad Shamlakh, giornalista freelance, è stato ucciso insieme a nove membri della sua famiglia in un attacco aereo israeliano contro la loro casa a Sheikh Ijlin, un quartiere nel sud della Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dalla BBC Arabic. Il 7 ottobre  Yaniv Zohar, un fotografo israeliano che lavorava per il quotidiano israeliano in lingua ebraica Israel Hayom, è stato ucciso durante un attacco di Hamas al Kibbutz Nahal Oz, nel sud di Israele. Israel Hayom e Israel National News hanno riferito che anche la moglie e le due figlie sono morte nell’attacco.  Lo stesso giorno Mohammad Al-Salhi, un fotoreporter che lavorava per l’agenzia di stampa della Fourth Authority, è stato ucciso con un colpo di pistola nei pressi di un campo profughi palestinese nella Striscia di Gaza centrale, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità palestinese Wafa e dal Journalist Support Committee (JSC), un’organizzazione no-profit che promuove i diritti dei media in Medio Oriente. Mohammad Jarghoun, giornalista di Smart Media, è stato invece colpito da un proiettile mentre raccontava il conflitto in un’area a est della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, secondo quanto riferito dal gruppo palestinese per la libertà di stampa MADA e dal JSC. Ibrahim Mohammad Lafi, fotografo di Ain Media, è stato colpito e ucciso al valico di Erez della Striscia di Gaza verso Israele, secondo quanto riferito da MADA e JSC.

 

Ci sono poi i giornalisti detenuti,dispersi o feriti. Tra questi vanno citati Nidal Al-Wahidi, fotografo palestinese del canale Al-Najah, che è stato segnalato come scomparso da MADA. In seguito, la famiglia di Al-Wahidi ha informato i media che il giornalista era stato trattenuto dall’esercito israeliano. Haitham Abdelwahid, fotografo palestinese dell’agenzia Ain Media è stato dato per disperso da MADA. Roee Idan, fotografo israeliano di Ynet, la cui moglie è stata uccisa, è stato dato per disperso e la sua famiglia teme che sia stato preso in ostaggio da Hamas insieme alla figlia di 3 anni. Il CPJ ha confermato che stava lavorando il giorno in cui la sua famiglia è stata attaccata.Tra i feriti ci sono Ibrahim Qanan corrispondente del canale Al-Ghad, che è rimasto ferito da schegge nella città di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza e Firas Lutfi, corrispondente di Sky News Arabia. Lutfi ha raccontato che la polizia israeliana gli ha puntato i fucili alla testa, lo ha costretto a togliersi i vestiti, ha confiscato i telefoni della squadra e ha costretto tutta la sua troupe a lasciare l’area sotto scorta.

Fin quando cadranno giornalisti mentre esercitano il proprio mestiere, fin quando verranno arrestati e silenziati cronisti non ci sarà mai vera informazione indipendente.

@marco_cesario


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