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Il Governo ha tagliato due terzi dei fondi per il Sacrario dei caduti dell’eccidio di Marzabotto

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In occasione della manifestazione in ricordo dell’eccidio di Marzabotto avvenuto 79 anni fa: furono 760 le vittime innocenti, la maggior parte bambini, donne e anziani. Con il primo Governo di destra destra, si è scatenata una polemica che molti media hanno definito politica. Più che politica sarebbe più giusto definirla di civiltà in difesa della memoria e per il rispetto delle tantissime vittime, solo nella zona di Montesole (dove è sorta la Scuola di Pace) tra Marzabotto, Grizzana Morandi, Monzuno e Camugnano i morti furono 1830, trucidati dalle truppe tedesche comandate dal maggiore Walter Reder. La sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi, durante la manifestazione, ha denunciato che il Governo ha tagliato due terzi dei fondi per il Sacrario dei caduti dell’eccidio. “Un taglio alla memoria per risparmiare, poi comprano le armi. Uno schiaffo forte, a tutti noi. Il mio timore è che questo sia solo l’inizio”, ha urlano la sindaca Cuppi dal palco. La risposta del ministro della Difesa Crosetto è subito arrivata, addossando la responsabilità a chi ha fatto pervenire la richiesta in ritardo di un paio di mesi: agosto invece di maggio. La risposta di Crosetto è imbarazzante, come sono tanti i fatti che imbarazzano questo Governo quando si tratta di affrontare argomenti che riguardano fascisti dalle camice nere e neofascisti responsabili di stragi più vicine a noi nel tempo. Il depistaggio sui fatti e il revisionismo della Storia sono sempre all’erta. Sono 79 gli anni trascorsi da quei fatti e ogni anno è necessario rinnovare la richiesta per avere i fondi? Tutto ciò è assurdo, dovrebbe avvenire in automatico. La memoria di tragedie che hanno segnato la storia dell’Italia e non solo, è per sempre indelebile. Per questo l’Associazione Articolo 21 chiederà con una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante della Costituzione antifascista e della democrazia, di intervenire per fare in modo che tutto ciò non accada più, non solo a Marzabotto ma in tutti quei comuni che tra marzo 1944 e maggio 1945 hanno visto morire oltre 22 mila vittime innocenti per mano dei nazisti con la complicità dei fascisti della Repubblica di Salò. C’è un libro che andrebbe letto, in particolare nelle scuole, dal titolo “Io sopravvissuto di Marzabotto” scritto da una brava giornalista Margherita Lollini, che racconta la storia di Ferruccio Laffi, nell’autunno del ’44 aveva 16 anni, a Marzabotto perse tutta la famiglia sterminata sotto i suoi occhi: genitori, fratelli, cognate, nipoti, oltre ad amici e alla ragazza che amava e che avrebbe voluto sposare. Laffi, 95 anni compiuti, era presente in piazza a Marzabotto mentre la sindaca Cuppi denunciava il taglio dei contributi, parole che lo hanno colpito ancora una volta al cuore, lui che fu testimone dell’eccidio. Nel libro racconta che insieme alle truppe tedesche vi erano fascisti in camicia nera e non solo, anche fascisti con uniforme tedesca. Per questo le stragi non sono solo naziste ma anche fasciste: italiani contro italiani inermi e innocenti.


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