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“Andremo avanti qualunque sia la decisione della Corte Costituzionale”. L’impegno di Articolo 21 per Giulio Regeni

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“Andremo avanti, qualunque sia la decisione che verrà presa dalla Corte Costituzionale. La verità per Giulio Regeni non si arresta”. Elisa Marincola, portavoce di Articolo21 spiega il senso delle tante manifestazioni e sit-in che sono previsti oggi, da nord a sud, da Trieste a Latina, da Ostia a Staranzano, passando per Casalecchio, Roma e Milano. Incontri con studenti, il racconto di chi era il ricercatore universitario ritrovato cadavere il 3 febbraio del 2016 appena fuori la città del Cairo. “Giulio è stato rapito, torturato e ucciso – si continua da Articolo 21 – I pubblici ministeri italiani hanno messo sotto accusa i responsabili dei servizi segreti egiziani. Per la mancata collaborazione dell’Egitto, però, non è stato possibile in questi anni celebrare un processo”.
“Anche stamane Articolo 21 sarà con Giulio Siamo Noi e con la scorta mediatica per Giulio Regeni, sperando che la Corte Costituzionale dia il via libera al processo contro gli imputati di tortura e assassinio” scrive su Twitter il coordinatore nazionale Beppe Giulietti.
Sul sito dell’associazione sono tanti gli appuntamenti davanti alle ‘panchine gialle’ per testimoniare vicinanza alla famiglia di Giulio. Nella pagina web si spiega come oggi sia “una giornata importante, per Giulio e per tutti quelli che confidano nella giustizia. Non ci saranno presidi a Roma nei pressi della Corte, ma chiediamo a tutto il popolo Giallo di trovarsi sulle panchine gialle, leggere ad alta voce qualche passo del libro Giulio fa cose, indossare i bracciali gialli o esporre gli striscioni alle finestre. Fate foto e condividetele sui social. Facciamo vedere che siamo una comunità numerosa, responsabile e inarrestabile”.

Tra gli appuntamenti più importanti quello che si è tenuto stamane al Liceo “Lucrezia Caro” con la partecipazione di Giulio siamo noi, Premio Morrione e AAMOD. A Latina nello spazio Mad di via Cattaneo 5 se ne terrà uno alle ore 18, a Ronchi dei Legionari a Trieste, un raduno è previsto in Via Roma alle 17, in provincia di Prato, nel comune di Vaiano sit in dalle ore 10 fino alle 12,30 e dalle ore 15 alle 18 alla Casa del Popolo, infine a Casalecchio, in provincia di Bologna l’appuntamento è alle ore 18, alla panchina gialla davanti Casa pace di via Cononici Renani.

“Vogliamo creare occasioni non sterili. A Latina, ad esempio, l’incontro si terrà al museo di arte diffusa”. Stasera, ad Ostia alle 18 è prevista la presentazione del libro di Antonella Napoli, del direttivo di Articolo21, sul caso dell’ambasciatore Attanasio. “Abbiamo previsto di portare lo striscione per Giulio – dice l’autrice del saggio ‘Le verità nascoste del delitto Attanasio’ – Leggeremo alcuni passi del libro scritto dai genitori ‘Giulio fa cose’ e cercheremo ancora una volta di dire che porteremo avanti le istanze di giustizia della famiglia fino a quando non ci verrà dato ascolto”.

#Giuliosiamonoi è uno dei trend sulla rete, sui social sono diversi i gruppi di discussione in cui si chiede verità. Elisa Marincola ha sottolineato: “Siamo stati accanto alla famiglia sin dal primo momento per chiedere verità e giustizia, sin da quando il ragazzo è scomparso. Li abbiamo accompagnati sempre in accordo con loro. In tutti questi anni ci siamo battuti e continueremo a farlo. Andremo davanti al ministero degli esteri, davanti all’ambasciata d’Egitto. Vogliamo che vengano processati i responsabili delle torture e dell’omicidio di Giulio”.

“Non c’è stata collaborazione da parte dell’Egitto – continua Marincola – Per questo se dovesse arrivare una decisione negativa dalla corte costituzionale posso solo dire che non ci fermiamo qui. Per noi questa storia non si archivia. La scuola a Roma dove siamo oggi ricorda Ilaria Alpi, anche quella è una vicenda che attende giustizia. Ma non la rimuoviamo dalla nostra storia”. La Consulta deve decidere sull’eventuale ripresa del processo nei confronti dei quattro imputati, ufficiali dei servizi segreti del Cairo. La questione dell’irreperibilità, dei quattro ufficiali, è il nodo da sciogliere.

Gli atti sono stati trasmessi alla fine di maggio scorso dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Roma, Roberto Ranazzi, che ravvisò la mancata collaborazione con Italia, delle autorità egiziane, all’inchiesta sul rapimento, la tortura e l’omicidio di Regeni e per non aver fornito le informazioni sulla residenza, dei 007 imputati. Per il gup è stata garantita una “inammissibile zona franca di impunità”. Adesso sono chiamati i giudici della Consulta a dare una risposta. Quasi certamente definitiva.

(Askanews)


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