“Gomblotto, gomblotto!!” avrebbe urlato a squarciagola Aldo Biscardi negli anni novanta del secolo scorso a proposito di oscure (prima di tutto a sé stesso) manovre ai danni delle squadre calcistiche del cuore. Ma oggi sono trascorsi più di 30 anni da allora, a parlare è un vicepremier e l’oggetto della contesa sono migliaia di vite di persone che stanno sbarcando in queste ore a Lampedusa.
“Quando arrivano 120 mezzi navali in poche ore non è un episodio spontaneo, è un atto di guerra. 6 mila persone in 24 ore non arrivano per caso. Sono convinto che ci sia una regìa dietro questo esodo” afferma allarmato il ministro Matteo Salvini.
Le conclusioni sono semplici, immediate, rivolte a riguadagnare la fiducia di quelli che lo accusano di aver annacquato i principi fondanti della Lega con scelte governiste: “Bisogna reagire con ogni mezzo, nessuno escluso”.
Di fronte all’evocazione di parole come “regìa” (ovviamente occulta ma non troppa) e “atto di guerra” non si può che dichiarare guerra all’Europa, evocando magari il complotto ordito dall’immarcescibile miliardario George Soros, coperchio buono per ogni pentola per spiegare la trama pluto giudaico massonica che dai tempi dei protocolli dei Savi di Sion disturba i sonni di fascisti, sovranisti et similia.
Consigliamo vivamente la visione del film “Io capitano” di Matteo Garrone per dare una risposta al perché migliaia di persone rischiano la vita per scappare dall’Africa. Noi ci accorgiamo di loro solo di fronte alle tragedie che avvengono nel Mediterraneo ma ignoriamo quanti (e sono numeri più alti delle morti in mare) muoiono nel viaggio di fame, stenti, violenze.
In ogni caso meglio additare i leader delle nazioni africane come parte della rete del complotto tessuta sapientemente dalle sinistre europee (che faticano a dare dimostrazioni di esistenza in vita): sarà così più facile distogliere l’attenzione dalle enormi difficoltà di governo dell’Italia. Senza contare che dietro l’angolo ci sono le elezioni europee dove tutto lo schieramento di centrodestra dovrà dimostrare di non aver perso consensi rispetto alle consultazioni precedenti e soprattutto la competizione interna è aperta. Purtroppo sulla pelle degli ultimi e dei più fragili.