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Strage di Ustica, sparito l’archivio dei trasporti

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Proponiamo un articolo di Giuseppe Baldessarro pubblicato oggi da Repubblica sulla scoperta della sparizione dell’archivio dei trasporti, dopo le direttive Renzi e Draghi, che avevano ordinato la desecretazione degli atti relativi alla stagione delle stragi. Dall’archivio del ministero sono scomparsi tutti i documenti degli anni tra il 1968 e il 1980: “Cancellato un pezzo di storia”.

Non ci sono più le carte che facevano riferimento alla strage di Ustica, e neppure le relazioni sull’attentato alla stazione di Bologna. Niente sulla bomba del 1980 e niente su quelle fatte esplodere o ritrovate nel ‘69 sui treni a Pescara, Venezia, Milano e Caserta. Neppure del massacro dell’Italicus dell’agosto del 1974 c’è più traccia. È scomparso tutto, ogni documento, ogni relazione. E per non rischiare di lasciare qualche traccia hanno fatto sparire l’intero archivio del ministero dei Trasporti e tutta la documentazione del ministro e del suo Gabinetto. Hanno creato un buco nero che va dal 1968 al 1980, gli anni delle stragi fasciste e della strategia della tensione dell’eversione nera. Una voragine, nella quale è stato inghiottito un pezzo di storia del Dc9 dell’Itavia e di tutte le altre, di cui la Presidenza del Consiglio dei ministri ha dovuto prendere atto in un documento ufficiale del 12 ottobre 2022.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Strage di Ustica, quelle 132 pagine che nulla rivelano]]

È tutto scritto nero su bianco nella relazione annuale del Comitato consultivo sulle attività di versamento all’Archivio Centrale dello Stato della documentazione a cui fanno riferimento le direttive Renzi e Draghi. Direttive che avevano come obiettivo quello di desecretare e rendere pubblici gli atti relativi alle stragi italiane. Alla testa del Comitato c’è il Segretario generale della Presidenza, Roberto Chieppa, e ne fanno parte i vertici dell’Archivio di Stato, del ministero della Cultura e i rappresentanti delle associazioni dei familiari delle vittime, da Ustica a Bologna, da Piazza Fontana a Piazza della Loggia.

A ottobre scorso a conclusione dei lavori il Comitato «ha dovuto rilevare che, nel recente passato, le amministrazioni hanno avuto talora scarso controllo della propria documentazione, soprattutto di quella non più in uso, e tale circostanza ha causato in alcuni casi dispersioni e perdita di fonti rilevanti per la ricerca storica». Di cosa si tratta viene spiegato a pagina 23 (la penultima della relazione): «Non è accettabile che, in un periodo di tempo prolungato, che va dalla fine degli anni ‘60 agli anni ‘80, possa mancare del tutto la documentazione relativa al Gabinetto del ministro dei Trasporti pro tempore nonché le serie archivistiche relative all’attività del ministero, per il settore dei trasporti, riferito al periodo delle stragi che hanno segnato tragicamente il nostro Paese».

A rincarare la dose sui documenti monchi ci pensa Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 Agosto 1980: «Per quanto ci riguarda oltre alla beffa del ministero dei Trasporti, bisogna dire che per la strage alla stazione di Bologna abbiamo ricevuto mazzi di carte “sbianchettate”, assolutamente inutili. Hanno tolto tutto, nomi, date e numeri di telefono»

Fonte Repubblica

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/09/05/news/ustica_strage_carte_scomparse-413330468/?ref=RHLF-BG-I413337070-P3-S1-T1-mob-69


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