Torre Pellice (NEV), 23 agosto 2023 – Si è tenuta martedì 22 agosto la conferenza stampa in diretta dal Sinodo “VALDESI: 850 ANNI DI FEDE E LIBERTÀ. Storia, impegno, cittadinanza”.
Al microfono, il pastore valdese Eugenio Bernardini (già moderatore della Tavola valdese e coordinatore del gruppo di lavoro degli 850 anni dalla nascita del movimento valdese – oggi Chiesa valdese – con la scelta di povertà di Valdo di Lione, precursore della Riforma protestante) e Debora Michelin Salomon (storica, responsabile della promozione per la Claudiana Editrice).
Nella sua introduzione, Gian Mario Gillio ha ripercorso brevemente i momenti salienti di queste prime due giornate del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi apertosi ufficialmente a Torre Pellice (Torino) lo scorso 20 agosto. Il corteo, il culto di apertura, i saluti ecumenici, le presenze internazionali, la serata pubblica, il messaggio di saluto di papa Francescoa firma del cardinale segretario di Stato Parolin, in cui si esprime l’auspicio di “crescere nella conoscenza reciproca”. 180 deputate e deputati da tutta Italia sono riuniti in aula sinodale per dibattere insieme e costruire l’agenda della chiesa per la quale il 2024 sarà una tappa fondamentale, con le celebrazioni degli 850 anni della nascita del movimento di Valdo di Lione.
“Il nostro Sinodo è un luogo in cui l’assemblea ha il reale potere di definire le linee della missione della chiesa per l’anno successivo, controllare e nominare gli organi esecutivi e di rappresentanza e approvare i bilanci degli enti centrali” ha spiegato Bernardini. Celebrare gli 850 di vita di questa chiesa significa “ricordare agli italiani che questo paese, sebbene a maggioranza cattolica, sia sempre stato plurale dal punto di vista religioso e culturale, con presenze antichissime: ebrei, ortodossi, ma anche noi valdesi, presenti da secoli con una proposta cristiana diversa da quella cattolica, più attenta alla responsabilità personale, al fondamento biblico della fede e alla libertà di coscienza”.
Bernardini ha ricordato che Valdo di Lione, vissuto circa 40 anni prima di Francesco d’Assisi, è un commerciante di tessuti che si converte a una forma di cristianesimo essenziale e povero. “È importante perché dalle sue intuizioni prende avvio il movimento valdese – che nel 1500 diventerà una chiesa evangelica protestante – che manterrà sempre tre principi fondamentali: la conoscenza diretta e personale della Bibbia, che porta a dover imparare a leggere e scrivere, e a comprendere quello che si legge, e quindi all’istruzione e all’educazione dei ceti popolari; la libertà di predicare in pubblico da parte di tutti e non solo del clero, che è il fondamento della moderna libertà di opinione e di coscienza; la povertà della chiesa, che la libera da un rapporto con il potere politico ed economico che snatura la sua missione specifica”.
Il movimento valdese attraversa secoli di clandestinità e persecuzioni, poi matura la decisione di aderire formalmente alla Riforma Protestante (1532), ottiene le libertà civili (1848), concretizza l’Intesa con lo Stato (1984) come previsto dalla Costituzione repubblicana (art.8). Una cronologia che porta la Chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi a essere, nella storia del ‘900 fino a oggi, punto di riferimento per quanto riguarda la libertà religiosa, la laicità dello Stato e delle sue istituzioni, i diritti di tutti e non solo della chiesa.
Debora Michelin Salomon ha illustrato il “drammatico Sinodo del 1943”, tema del video a 80 anni dalla presentazione di “due ordini del giorno di rilevanza storica, teologica ed ecclesiologica”. Il numero 13, proposto dal pastore Tron e approvato dopo accesa discussione, che ribadiva la separazione fra Stato e chiesa. E l’ordine del giorno “Subilia”, che non divenne atto perché ritirato dallo stesso Subilia. “Sarebbe stato un atto di umiliazione della chiesa tutta per non aver fronteggiato adeguatamente il fascismo e le leggi razziali e tutto quanto era in essere nella società e che non aveva a che fare con l’ideale evangelico” ha detto Michelin Salomon. Per saperne di più, vai al video.
Nel Sinodo 1943 si creò una spaccatura fra neo-barthiani, che sostenevano che la politica non potesse essere esclusa dalla dimensione teologica di una chiesa, e dall’altra i teologi liberali, che sostenevano non si dovesse intervenire su questioni civili. Quell’ordine del giorno, ha spiegato la storica, “non venne discusso nemmeno negli anni successivi, fino agli anni ‘60 quando il tema riemerse nelle pagine della rivista Gioventù evangelica (GE). Questa storia manda un messaggio che vale tuttora per temi che possono essere divisivi e sensibili. Che indicazioni abbiamo? Che strade possiamo prendere? Sapere cosa è successo in passato ci aiuta a entrare nell’ottica che le decisioni, in un modo o nell’altro, vanno prese” ha concluso Michelin Salomon.
Nel corso della conferenza stampa si è parlato anche di tutela delle minoranze, dei deboli, degli ultimi, di diritti costituzionali e di rapporto fra organizzazioni religiose e Stato.
“Il Concordato dà una preminenza all’azione della chiesa cattolica – ha chiosato ancora Bernardini – in ambiti importanti e delicati come quello scolastico, ospedaliero, carcerario e militare. Eppure l’Italia era plurale già prima del Concordato e oggi lo è ancor di più. Sarebbe molto importante che la chiesa cattolica accettasse e proponesse un cambiamento di quadro, di paradigma, che apra alle altre presenze religiose, e in modo equilibrato e rispettoso anche dei non religiosi. Sarebbe un guadagno per tutti, e un segno di intelligenza e coraggio spirituale”.
Quanto ai lavori per gli 850 anni di movimento valdese, un’anticipazione. Si parlerà di un movimento valdese capace di cambiare nel corso dei secoli, di “valdismi” al plurale, non solo per adattarsi ai diversi momenti storici, ma anche perché una chiesa caratterizzata dal principio di accoglienza, come ribadito nel sermone di apertura di questo Sinodo, “non solo cambia chi entra in contatto con essa, ma viene cambiata da coloro che accoglie”.