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Alcuni spunti di riflessione sul salario minimo

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La storia del salario minimo in Italia ha dell’inspiegabile e se dovessimo raccontare ad un francese ([1]) o ad uno spagnolo ([2]) le varie posizioni assunte difficilmente potrebbe capire , per dirla come Giorgio  Gaber, cos’è la destra, cos’è la sinistra.

Le origini erano chiare: Il 14 maggio 1954, Teresa Noce ([3])  e Giuseppe Di Vittorio ( [4]) furono primi firmatari della prima “proposta di Fissazione di un minimo garantito di retribuzione per tutti i lavoratori”

Poi tutto si ingarbuglia.

Non si riusciva a spiegare , ed era una domanda frequente in Italia,  come mai proprio i sindacati, le organizzazioni finalizzate alla difesa e promozione delle condizioni di vita di lavoratori e lavoratrici, fossero  scettici, o addirittura contrari al salario minimo. L’unica formazione politica, che per altro all’epoca non dichiarava nessuna appartenenza a schieramento politico ( tanto da fare il governo indifferentemente con la Lega e poi con il PD ) , a rilanciare con convinzione il tema era il Movimento 5 Stelle che con la ministra Catalfo proponeva una legge sul salario minimo.  Alcune proposte erano state presentate per la verità anche dal PD ma  con minore convinzione e  coraggio, ancorandosi i testi di questo partito sostanzialmente ai contratti collettivi per non allontanarsi dagli intendimenti sindacali. Addirittura nel Gennaio 2019 il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto – oggi presidente della Commissione Lavoro della Camera – presentava  un progetto di legge intitolato Istituzione del salario minimo orario nazionale, per rendere la confusione più totale.

Finalmente, questo solo per la chiarezza sul tema, arriviamo al settembre 2022 quando la destra stravince alle elezioni politiche formando un governo con a capo la leader del partito della destra più estrema rappresentata in Parlamento.

Per altro durante il primo semestre di luna di miele della compagine governativa con il paese i sondaggi univocamente attestavano  la sempre maggiore popolarità di questo governo e le difficoltà della minoranza.

Poi qualcosa cambia. Il nuovo segretario del Partito Democratico , scelto non dagli iscritti al partito che indicano solo i due candidati per il ballottaggio, ma da oltre un milione di Italiani con idee progressiste è Elly Schlein che nel programma proposto ha nel salario minimo uno dei capisaldi insieme ai diritti civili e all’ambiente e nel dialogo con i Cinque Stelle, oramai sempre più orientati a sinistra dal segretario Conte, la stella polare del proprio cammino politico.

Allo stesso modo anche la CGIL ha finalmente un ripensamento critico e inizia ad aprirsi sul tema del salario minimo, seguita dalla UIL mentre la CISL rimarrà su posizione critica che caratterizzerà tutto lo schieramento di destra.

Anche nella terra di nessuno politica, o al massimo di pochi, Calenda con Azione apre al Salario Minimo mentre Renzi ( che pure ne aveva già parlato nel Jobs Act ) con Italia Viva si schiera con il Governo contro.

Finalmente l’operazione chiarezza sembrerebbe realizzarsi: chi è di sinistra, o comunque tendenzialmente progressista,  è favorevole al salario minimo mentre chi è di destra, o tendenzialmente conservatore , è contrario.

C’è però un  particolare: i sondaggi parlano di un 75% circa degli italiani favorevoli al salario minimo e questo inevitabilmente porta a concludere che anche una grande parte dell’elettorato di destra non condivide le opinioni dei politici che li rappresentano ([5])  . O forse più semplicemente le persone stanno da un punti di vista economico molto peggio dei politici che li rappresentano

Le ragioni di questo comune sentire sono evidenti: il lavoro povero, quello che non consente di superare la soglia di povertà,( [6])   è oramai a livelli altissimi, ( per le Acli si arriva al 15% ma secondo il Forum Disuguaglianze e Diversità (FDD)  il numero di lavoratori poveri oscilli a seconda del campione considerato e del salario tra il 20 ed il 30% ([7]) «L’Italia, infatti, è l’unico dei Paesi OCSE in cui c’è stata una riduzione del salario medio tra il 1990 e il 2020 (circa 3 punti percentuali) e nello stesso periodo sono aumentate anche le disuguaglianze salariali»

E questo fenomeno non è degli ultimi tempi, è solo peggiorato (  [8]).  Alcuni dei contratti collettivi, anche quelli conclusi dai sindacati confederali, non garantiscono l’esistenza libera e dignitosa richiamata dall’art. 36 Costituzione; i giudici del lavoro devono intervenire con sentenze su un tema che non può essere di competenza giurisdizionale ma legislativo, come avvenuto nella stragrande maggioranza dei paesi dell’unione ([9])  Le ultime ventate inflazionistiche hanno ulteriormente ridotto il potere di acquisto degli italiani che sono sempre meno interessati alle vicende della Santanchè o alle uscite dei vari Nordio e Sangiuliano ( che sembrano creati dai  pennarelli  di Maccox)  ma che fanno i conti con la loro sempre più difficile situazione.

Questa è allora la spiegazione : il salario minimo non è un tema di sinistra ma una questione  che riguarda la dignità di chi lavora e di tutti noi, per questo personalmente ritengo che firmare la petizione sia cosa giusta ([10]).

15\8\2023

[1] in Francia il salario minimo esiste da 1950

[2] nelle ultime elezioni di luglio scorso il premier Sanchez è riuscito ad arginare la destra estrema anche grazie all’innalzamento del salario minimo voluto fortemente dalla ministra del Lavoro Yolanda Díaz leader di Sumar

[3] partigiana e politica italiana, fra i fondatori del Partito comunista italiano e una delle 21 donne elette all’Assemblea costituente italiana

[4] anche lui eletto alla Costituente per il PCI, sindacalista storico della CGIL e membro autorevole del PCI almeno fino al 1956, quando prende posizioni che sarebbero piaciute a  Moretti del “Sol dell’avvenire”)

[5] Anche il Governatore di Bankitalia Visco nell’ultima relazione del maggio 2023 è arrivato a dire :” all’Italia servono il salario minimo e più immigrazione” e per il presidente di Confindustria Bonomi :” Da parte nostra non ci sono veti, anzi è una grande sfida”

[6] Si considerano lavoratori con basso salario coloro che guadagnano meno del 60% della mediana del salario annuale

[7] Forum DD, Rapporto sul lavoro povero, maggio 2023

[8] Come giudice del lavoro in primo grado troppe volte mi sono sentito dire dai lavoratori che accettavano accordi scandalosamente bassi che loro dovevano arrivare con la famiglia alla fine del mese

[9] rimando per la descrizione della situazione all’articolo di E. Tarquini, La giurisprudenza di fronte alla crisi dei Contratti Collettivi come parametro della retribuzione proporzionata e sufficiente: nuovi percorsi di applicazione diretta dell’art. 36 Cost, in P. Albi, Salario Minimo e Salario giusto, Giappichelli, Torino, 2023

[10] sul sito salariominimosubito.it , dove è possibile firmare on line si possono trovare oltre al testo della proposta di legge sul salario minimo anche una serie di Faq utili per una informazione sul tema

*Carlo Sorgi, è stato giudice del lavoro e segretario Magistratura Democratica Emilia Romagna


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