E’ importante incontrare lunedì 14 agosto alle ore 8.30, durante la consueta riunione settimanale di Articolo 21, Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione famigliari delle vittime della Strage di Bologna del 2 agosto, che, durante il suo mandato parlamentare, fu il primo firmatario della proposta per rendere reato penale il depistaggio, che diventò legge nel 2016.
Cosa sta accadendo attorno alla Strage di Bologna?
Che sia avvenuta per mano di terroristi neofascisti lo affermano sentenze definitive, il presidente della Repubblica Mattarella lo ha detto chiaramente nel suo messaggio il 2 agosto, denunciando i tanti tentativi di depistaggio avvenuti negli anni. E’ necessario fare chiarezza e rispondere al perché proprio ora si sta cercando di confondere gli italiani e intralciando il lavoro dei magistrati con ulteriori depistaggi il cui obiettivo è quello di allontanare la verità. L’incontro con Bolognesi, che in quarantatré anni è sempre stato presente alle udienze, può aiutarci a comprendere ciò che sta accadendo. L’accusa dell’ex terrorista nero di Terza posizione Marcello De Angelis, condannato a 5 anni e sei mesi per associazione sovversiva e banda armata, poi diventato parlamentare con AN e con il PdL, oggi portavoce del presidente della Regione Lazio, ha scritto su Facebook di conoscere la verità sulla Strage e l’innocenza degli esecutori materiali: Mambro, Fioravanti e Ciavardini mentre, a suo tempo, quando fu interrogato dai magistrati dichiarò, sotto giuramento, di non sapere nulla sulla bomba e sugli 85 morti e 216 feriti. Poi ha chiesto scusa per mantenere il posto alla Regione.
Alcuni parlamentari della maggioranza di Governo stanno tentando di spostare l’attenzione, in occasione dei processi d’Appello di Cavallini e Bellini sulla pista Palestinese, hanno chiesto una nuova Commissione parlamentare d’inchiesta sulle stragi, mettendo sotto accusa l’operato della magistratura dopo le condanne in primo grado di Cavallini e Bellini come responsabili materiali della Strage che si aggiungono a Mambro, Fioravanti e Ciavardini, condannati definitivamente, e sulla fine delle indagini che dimostrano che Gelli, Ortolani, D’Amato, Tedeschi furono i mandanti, organizzatori e finanziatori della Strage: neofascisti e piduisti insieme.
Il solito “bastian contrario” Sansonetti ricorda sul suo giornale la mozione approvata nel 1995 dal Consiglio Regionale del Lazio, a guidata centro-sinistra, in cui si chiedeva alla Commissione parlamentare di allora di “dar luogo alle necessarie audizioni per acquisire le dichiarazioni a difesa di Mambro e Fioravanti, che non sono stati ammessi nel dibattito processuale di Bologna”, a dimostrazione che anche esponenti della sinistra erano e sono ancora convinti dell’innocenza dei due terroristi neri. Tutto questo accade dopo la nomina di un Governo di destra destra con una presidente, Giorgia Meloni, che ha eliminato dal suo vocabolario, ma non dal nostro, e pur avendo giurato sulla Costituzione Antifascista, le parole: fascismo, fascista, neofascista, come in occasione del messaggio per la commemorazione della Strage del 2 agosto, dove è riuscita, pur condannandola – e ci mancherebbe – a non dire che la matrice della Strage è neofascista. E’ evidente che quella “rete nera” che in tutti questi anni ha tentato di proteggere terroristi assassini e depistatori, si sente protetta e si è nuovamente messa in moto.
(Paolo Bolognesi nel disegno di Alekos Prete )