Berlusconi avvelena la campagna elettorale. Populismo, qualunquismo, bestialità, bugie sono gli ingredienti che propina ogni giorno da televisioni e radio. Offende gli avversari, i magistrati sono il suo bersaglio preferito, Ilda Boccassini in particolare. I cavaliere che ma messo l’elmo sa bene che si gioca il futuro. Non quello politico perché in qualsiasi paese normale uno che ha devastato un Paese, che lo ha portato con le sue politiche sull’orlo del baratro, che ha creato non posti di lavoro ma posti di cassa integrati, quando va bene, di disoccupati, che vuol far credere che Ruby è la nipote di Mubarak, che ha al libro paga le sua amiche “olgettine” che gli allietano la cene eleganti, uno come lui insomma non troverebbe alcuno che potrebbe prenderlo seriamente uin considerazione. Ma difficile è “spiantare “ in Italia una “ cultura”, il berlusconismo che può sopravvivere al suo ideatore, potrebbe anche rimetterlo in sella. La pancia di parte dei nostri concittadini ha bisogno ancora del cibo berlusconiano, ha vissuto e vive in simbiosi con il cavaliere. E lui ha bisogno di questa oscena “ pancia” per sopravvivere. Sente che il cerchio si sta stringendo. E’ terrorizzato dalle sentenze che forse sono in arrivo. Forse ,perché i suoi avvocati provano con ogni mezzo a far decadere i procedimenti, la prescrizione è il loro obiettivo. La cosa che più gli mette paura è non solo la condanna a qualche anno di carcere, ma l’interdizione dai pubblici uffici. Lui che si ritiene il più grande statista vivente In Europa, ma pensa che con Obama se la vede.
“In Europa ero temuto,non irriso”. Il più bravo di tutti
Si esibisce in una delle tante sceneggiate televisive:””In Europa io ero temuto, non irriso. Io ho imposto Mario Draghi a capo della Bce, l’ho imposto contro Tremonti che era contrario, e contro Sarkozy. Anche Barroso, in accordo con Tony Blair, l’ho messo lì io”. Poi annuncia a proposito di Draghi:: “Lo voterei per la presidenza della Repubblica” Poi si schermisce ”Non ho mai avuto l’ambizione di farlo io”. Il presidente della Bce, gelido, gli risponde subito “Sono impegnato alla Bce fino all’ottobre 2019”. Ci domandiamo: è mai possibile che non ci sia uno, diciamo uno, dei giornalisti che assistono alle sue esibizioni che replica, pronuncia una parola, lo smentisce. Non è difficile visto che le balle che racconta sono enormi. Per restare all’Europa, dove “ ero temuto”, e ai suoi furibondi attacchi a Monti, un candidato non degno di essere tale, il capogruppo del Partito popolare europeo, il francese Joseph Daul, da Strasuburgo ,ha chiarito: “Il candidato del Ppe è il signor Monti. E’ ipotizzabile, gli è stato chiesto, una possibile espulsione del Pd. Terribile, per il cavaliere ovviamente, la risposta: “Parliamo di un partito e di un uomo. Faremo la sintesi dopo le elezioni. Un partito è un partito, non un uomo”. Insomma di questo uomo il Ppe può farne a meno.
I giudici milanesi: “mostruose macchina di diffamazione”
Ma lui va tranquillo, i giornalisti da tappetini diventano belle statuine. Un vecchio gioco di gruppo che si faceva da ragazzi. Il capogioco dava le spalle ai partecipanti. Contava fino a venti. Poi si girava di scatto: Vinceva chi riusciva a rimanere immobile, in silenzio, in una posizione originale. Una statuina appunto. Chi si muoveva, anche un dito, non poteva fare il capogioco nei prossimi turni e subiva una penitenza. Ci domandiamo ancora: è mai possibile che impunemente, di fronte ai giornalisti che dovrebbero intervistarlo, gli sia consentito dire che i pm di Milano sono “mostruose macchine di diffamazione”? Si è possibile, accade nelle tv pubbliche e in quelle private. Si tratta di “offese intollerabili, sottolinea, il presidente della associazione nazionale magistrati,Rodolfo Sabellli: Ma per i giornalisti evidentemente sono tollerabili, ingurgitano tutto. Per quanto riguarda l’economia fornisce numeri a getto continuo, tanti numeri che messi insieme creano solo confusione. Unica c osa certa è u na offesa ai siciliani che senza il ponte di Messina non sarebbero italiani a pieno titolo. “Il ponte sullo stretto si deve fare- afferma- perché i cittadini siciliani possano sentirsi italiani al 100%”.
Non si può neppure fare il nome di Dell’Utri
Ancora dichiara che la condanna subita nel processo Mediaset è una “ concausa della decisione di tornare in campo, come gli piace dire. Parla di “consapevolezza di cosa sono stati capaci di combinare questi giudici. Allora mi sono detto, non è possibile che io non sia di nuovo in campo per lottare contro questa patologia”.Un annuncio di leggi per mettere i magistrati alla gogna, qualora tornasse al governo. Infine sui candidati del Pdl e le listine che lo accompagnano. Fra, condannati, indagati, rinviati a giudizio ce è per tutti i gusti. Ma gli astuti giornalisti evitano di fargli il problema. Il cavaliere dice “ non facciamo nomi “ e loro obbedienti evitano perfino di farne uno, quello di Dell’Utri. Si rifanno con i candidati del Pd. Ascoltiamo nei tg, leggiamo sui giornali, di dispute, polemiche, gli uni contro gli altri armati. E pensare che ci sono state le primarie che hanno scelto il 90% dei candidati. Non ci fossero state i silenti,giornalisti, chissà cosa avrebbero raccontato.