Traditi e traditori. Racconti di verità: a Castiglioncello la seconda edizione del festival di Articolo 21. l’inaugurazione della panchina gialla per Giulio Regeni, con i genitori di Giulio e la presentazione del libro dell’avvocata Ballerini con Giuseppe Giulietti.
Una panchina gialla per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, sarà inaugurata, in occasione della seconda edizione del Festival di Articolo 21, organizzato dal Comune di Rosignano Marittimo con l’Associazione Articolo 21, su iniziativa della stessa amministrazione comunale, alla presenza del Sindaco Daniele Donati e di una rappresentanza della giunta comunale, martedì 18 luglio alle 18:30 nel giardino del Centro Culturale Le Creste a Rosignano Solvay. Giulio Regeni era un ricercatore, dottorando italiano dell’Università di Cambridge, rapito il 25 gennaio 2016 e ritrovato senza vita il 3 febbraio nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani. Il corpo di Giulio, con evidenti segni di mutilazioni e di torture, fu ritrovato al Cairo in un fosso lungo l’autostrada per Alessandria. Si ipotizzò che tali atti derivassero da contatti che, Giulio potesse avere avuto con il movimento sindacale opposto al governo del generale al-Sīsī. Legami che tuttavia, non sono mai stati provati. Nessuna collaborazione c’è mai stata da parte delle autorità egiziane. Nel maggio del 2021 vennero rinviati a giudizio quattro ufficiali dei servizi egiziani, il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamel e Usham Helmi, e il maggiore Magdi Sharif. I reati contestati sono sequestro di persona pluriaggravato, concorso in lesioni personali gravissime e omicidio. Il governo egiziano ha sempre sostenuto di non aver fornito nessuna copertura agli indagati, ma non ha mai fornito gli indirizzi dei quattro imputati, bloccando di fatto l’iter processuale. Infatti sia la Corte d’Assise di Roma sia la Corte di Cassazione hanno stabilito che senza la notifica agli imputati il processo non può svolgersi. La comunicazione del rinvio a giudizio a un imputato è un passaggio formale ma anche sostanziale di un processo: l’imputato, per potersi difendere, deve essere a conoscenza del fatto di essere accusato. Secondo il gup però si può ragionevolmente ritenere che i quattro ufficiali siano al corrente dei procedimenti a loro carico, perché la notorietà del caso si potrebbe considerare già di per sé una notifica. La Corte d’Assise e poi la Cassazione hanno ritenuto diversamente. Nell’udienza tenuta il 31 maggio scorso, accogliendo la richiesta del procuratore capo e dell’aggiunto, il Gup Roberto Ranazzi, ha inviato alla Consulta gli atti che riguardano la questione dell’assenza degli imputati che da anni ha provocato una situazione di completo stallo nel processo. I genitori di Giulio Regeni non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia per il loro figlio. Ad inaugurare la panchina ci saranno i genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni con l’avvocata Alessandra Ballerini, che è sempre stata al loro fianco per chiedere giustizia e con Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale e cofondatore di Articolo21. Alle 21,30, l’avvocata Alessandra Ballerini converserà con Giuseppe Giulietti, per presentare il suo ultimo libro La vita ti sia lieve: Storie di migranti e altri esclusi. Avvocata dei diritti umani racconta storie dei migranti, di uomini, donne e bambini incontrati negli anni trascorsi in difesa degli ultimi. Nella sua memoria commossa e implacabile si avvicendano le peripezie di madri combattive che cercano di avere la custodia dei propri figli, di bambini abbandonati a se stessi, di uomini naufraghi in un paese spesso inospitale. Sono racconti di persone normali ed eroiche insieme, schiacciate da destini, ingiustizie, meschinità insopportabili. Vicende alle quali si intrecciano quelle di donne e uomini giusti che tendono una mano, condividendo e alleggerendo, in parte, il peso di esistenze drammatiche. Sicuramente si parlerà anche dell’altro libro scritto dalla Ballerini con la famiglia Regeni: Giulio fa cose.
Nella foto la famiglia Regeni con Alessandra Ballerini, Pif , Valerio Mastrandrea Giuseppe Giulietti e Carlo Bartoli presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, di fronte al tribunale di Roma