“Più che pensare di rimodulare è necessario difendere il concorso esterno dagli attacchi interessati e strumentali che periodicamente si manifestano e oggi si ripropongono, con l’obiettivo di dimezzare l’antimafia circoscrivendola all’ala militare dell’organizzazione criminale e tenendo fuori i “colletti bianchi” complici o collusi. Abbiamo sempre detto che la forza della mafia è fuori dalla mafia e il concorso esterno è uno strumento utile per combattere ed incidere nella zona grigia. Un suo indebolimento farà pagare a tutti le conseguenze. Del resto in tema di “concorso esterno” Giovanni Falcone e gli altri magistrati del pool di Palermo avevano le idee chiare. Nella ordinanza-sentenza 17 luglio 1987 conclusiva del maxi-ter, testualmente scrivevano “manifestazioni di connivenza e di collusione da parte di persone inserite nelle pubbliche istituzioni possono-eventualmente- realizzare condotte di fiancheggiamento del potere mafioso, tanto più pericolose quanto più subdole e striscianti, sussumibili – a titolo concorsuale- nel diritto di associazione mafiosa. Ed è proprio questa ‘convergenza di interessi’ col potere mafioso […] che costituisce una delle cause maggiormente rilevanti della crescita di Cosa nostra e della sua natura di contropotere, nonché, correlativamente, delle difficoltà incontrate nel reprimere le manifestazioni criminali”. Questo l’intervento di Libera sulle dichiarazioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito ad una rimodulazione del “concorso esterno” in associazione mafiosa.
(Nella foto Carlo Nordio)