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Articolo21 fa festa, nella quaresima dell’informazione

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Articolo21 rappresenta un miracolo laico. Se nacque, infatti, ventun anni fa nella stagione dell’editto bulgaro l’età del berlusconismo in tutto il suo triste fulgore- quando la missione della nostra comunità era di lottare per la libertà di informazione, l’Associazione oggi ha un tratto intersezionale che verrà rilanciato nell’iniziativa del prossimo 12 luglio.

Simile carattere aperto e coinvolgente significa che la tematica decisiva dell’articolo 21 della Costituzione si unisce alla urgente mobilitazione per rinnovare il valore della Carta fondamentale in ogni sua parte: dall’uguaglianza, alla lotta contro le ingiustizie e il razzismo, alla vigilanza nei riguardi di ogni rigurgito fascistoide, alla incessante azione per la pace. Di qui il raccordo con l’Arci, l’Anpi, la Cgil, la Rete dei Numeri Pari, il Forum contro le disuguaglianze, Friday for future, i movimenti studenteschi, l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, la Marcia Perugia-Assisi. Per citare qualche sigla.

Grazie alla creatività di Renato Parascandolo ci stiamo occupando, poi, del problema dei problemi: il conflitto tra umano e post-umano, vale a dire il controllo democratico delle tecniche: l’intelligenza artificiale di insegue e ci inquieta.

Il senso dell’ibridazione in corso è chiaro: solo rimescolando memoria e analisi predittive, teorie e pratiche diverse si può scrivere una cartografia aggiornata di desideri e contraddizioni di una società sempre più fragile e lontana dalla sfera pubblica.

Ecco perché insistiamo sulla cogenza di una tutela laicamente sacrale della Costituzione del 1948, oggi assolutamente essenziale.

Gli attacchi al diritto di cronaca e all’indipendenza del giornalismo, nonché all’autonomia della magistratura testimoniano di una tendenza che, con un eufemismo politologico, si chiama democratura. La crisi della rappresentanza, figlia di un’involuzione istituzionale assai pericolosa, porta ad un accentramento dei poteri verso gli esecutivi. Se è un trend generale, figlio di una parabola discendente delle culture liberali dell’Occidente, in Italia la miscela tra spinte centralistiche e predominio pressoché assoluto della maggioranza politica nelle e sulle testate è un monstrum. Si potrebbe verificare un presidenzialismo (o premierato che sia) a reti unificate, come ricorda sempre Beppe Giulietti. Il quadro si offusca ulteriormente con il progetto del ministro Calderoli sull’autonomia differenziata: la frattura tra le due Italie, quella ricca e quella povera.

La conquista della Rai, classicissimo oggetto del desiderio, è l’emblema simbolico della cavalcata nera.

Forse, però, la destra si sopravvaluta. Le vicende giudiziarie di questi giorni e l’affanno nella gestione dei programmi del PNRR disvelano limiti e crepe su cui lavorare, con un’opposizione credibile foriera di una speranza di alternativa.

Articolo21 sta crescendo, non a caso. Una delle virtù dell’associazione è proprio l’insediamento nel territorio. I presidi locali comportano anche un benvenuto ricambio generazionale.

Insomma, è solo l’inizio. Ma la lotta è contro i cattivi poteri palesi e segreti, come ci ha insegnato Julian Assange, che vorremmo avere con noi il prossimo anno insieme alla nostra carissima amica Stefania Maurizi.


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