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Gasparri ora getta la maschera. Ecco chi rema contro la verità su Ustica

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Ecco, getta la maschera e si presenta con tutta la sua grossolanità e tutta la sua falsità la campagna contro la verità sulla strage di Ustica che la destra più o meno neofascita ha messo in piedi attorno all’anniversario della Strage (27 giugno ’80).  Oggi abbiamo l’interrogazione alla presidenza del Consiglio del vice presidente del Senato Gasparri che non è altro che un attacco alla Magistratura che non vuole accettare che il dc9 sia caduto per l’esplosione di una bomba araba ( come dovrà pur essere araba la bomba di Bologna ).

Si tratta di un messaggio chiaro, non all’opinione pubblica e alle forze politiche, ma alla Procura della Repubblica di Roma che sta indagando da quando il presidente Cossiga ha affermato (anche sotto giuramento davanti ai giudici) che il DC9 è stato abbattuto dai francesi che cercavano di colpire Gheddafi.
Si riprendono tutte le argomentazioni fasulle di questi anni e si aggiunge un’ulteriore fandonia con la più smaccata falsità: si porta al centro dell’attenzione documenti che sono stati dissecretati  dal Governo Draghi, se vogliamo proprio su sollecitazione dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica.  E allora bisogna pur riportare la dichiarazione ufficiale-su quegli atti- della Presidenza del Consiglio, segretario generale Chieppa:
“Il Segretario generale dà poi notizia di aver verificato con l’autorità giudiziaria, come da impegno preso …… , la possibilità di rendere ostensibili alcuni atti connessi e coevi alla strage di Ustica, che erano stati oggetto di attenzione sui media   a   seguito   di   dichiarazioni   di   esponenti   politici.  In particolare, si rende noto che in data odierna, 11 aprile 2022, verrà trasmessa al Direttore generale del Dipartimento per la sicurezza dell’informazione   l’indicazione   di   procedere   al   versamento all’Archivio centrale  dello Stato di  quegli   atti   acquisiti  dalla Procura di Roma e rispetto ai quali è stato ottenuto da quest’ultima autorità  l’assenso,  per  l’assenza di  ragioni ostative; atti che riguardano fatti coevi, immediatamente precedenti e successivi alla strage di Ustica, la cui valutazione è utile più ad  escludere piste, che ad accertare una   determinata  verità”.
Banalmente la documentazione che ancora si porta al centro delle faziose polemiche  non riguarda Ustica e non contiene elementi di verità.

E allora rifacciamo la storia di questa lunga operazione di chi non si rassegna o non vuol accettare la verità. Si è detto per anni che la più “perfetta” perizia internazionale sul caso Ustica sostiene la tesi bomba, ma non si precisa che proprio quella perizia è stata rigettata, considerata inutilizzabile, per gli evidenti errori, proprio dai magistrati, giudice istruttore Priore, Pm Coiro Salvi Rosselli che l’avevano commissionata. Si continua a citare l’effettiva assoluzione dei vertici dell’Aeronautica dall’accusa di alto tradimento senza specificare che erano incriminati per atti commessi ben dopo il 27 giugno, ( luglio e dicembre), che non avevano nessuna attinenza con le cause della tragedia. E che quindi tutte le considerazioni e le motivazioni conseguenti erano non legati alla dinamica della tragedia .

E poi si parla da ultimo di documenti “occultati”, tenuti segreti, senza specificare che non ci può essere documentazione negata ai giudici che indagano su stragi e terrorismo. E nella interrogazione di Gasparri si fa riferimento ancora proprio a quello che è stato già reso pubblico.
Troppe falsità !!
E allora dopo aver ancora denunciato questo continuo depistaggio e questa intimidazione verso la Magistratura modestamente ci permettiamo  di suggerire anche agli studiosi, così anelanti di materiale, una visita per una libera consultazione all’Archivio Centrale dello Stato. E al Governo che ha avuto, e lo abbiamo già denunciato pubblicamente, un atteggiamento inaccettabile istituzionalmente di “comprensione” per il partito della bomba nella ridefinizione dei componenti del Comitato per la direttiva Renzi-Draghi, chiediamo una attenta considerazione dei fatti, anche proprio negli atti della stessa Presidenza del Consiglio, per non alimentare-dare adito ad operazioni di depistaggio e di attacco alla indipendenza della magistratura che indaga.


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