“L’ecosistema sta drammaticamente lasciando il posto all’egosistema”. La denuncia forte, appassionata è di don Luigi Ciotti che al termine di alcuni giorni trascorsi in Sardegna per ricordare don Lorenzo Milani nel centenario della nascita è stato protagonista a Cagliari di un incontro sul tema “Casa comune, I care: cura, responsabilità, sinergie”. Questa terribile trasformazione, ha poi affermato, porterà l’uomo al suo suicidio perché massacrando la terra, l’ambiente, la vita sociale, inesorabilmente condannerà anche sé stesso. E l’inquinamento è sempre più grave, dalla deforestazione ai danni ai mari, così come quello morale. Citando ampiamente Papa Francesco, don Luigi Ciotti si è soffermato a lungo sulla necessità che l’ossessione dell’io lasci il posto al noi, perché solo così possiamo avere una speranza di salvezza. Solo con le politiche sociali, l’educazione, la cultura, la lotta alla povertà ci potrà essere un’inversione di tendenza. Se la politica non farà queste scelte si renderà complice dei crimini che uccidono l’umanità. Anche la mafia sta cambiando, tenta di darsi un aspetto manageriale, operando nel mondo finanziario. E quando si occupa di aziende o della terra, lo fa solo per esibirle come oggetti di conquista. Per questo assume un particolare valore simbolico l’utilizzo sociale dei beni che ad essa vengono confiscati.
L’egosistema, infine, riesce ad intaccare anche la sacralità delle istituzioni. Don Luigi Cotti ha usato proprio questo termine: la istituzioni sono sacre e con esse bisogna collaborare, anche se, spesso, è proprio chi governa che non le rispetta. Per tutte queste ragioni, ha concluso, è indispensabile che ognuno di noi si impegni per il cambiamento. Nel convegno, organizzato da Libera e Sardegna Solidale, con il forte impegno personale di Giampiero Farru e l’adesione di Articolo 21, sono intervenuti anche mons. Baturi nella sua qualità di Arcivescovo di Cagliari e segretario della Conferenza Episcopale Italiana e il Procuratore della Repubblica di Cagliari, Rodolfo Maria Sabelli.
Il magistrato si è soffermato, in particolare, sui problemi che si pongono quando gli interventi di applicazione delle leggi entrano in contrasto con le necessità, i bisogni, i beni essenziali delle persone. Ed ha citato i casi dell’Ilva di Taranto, di un’alluvione in Sicilia che fece crollare una abitazione costruita abusivamente in cui morirono 9 persone, una demolizione di una costruzione abusiva in un altro comune il cui sindaco si dimise per protesta perché per effetto di quell’intervento erano stati mandati per strada suoi concittadini. Cosa fare, si è dunque chiesto il Procuratore Sabelli. L’unica soluzione può essere un intervento legislativo che integri le opposte esigenze. A partire dalla rigida applicazione dell’articolo 41 della Costituzione che recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Tuttavia essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Una sorta di sintesi di quella straordinaria enciclica di Papa Francesco che va sotto il nome di ‘Laudato Sì’.
Ospitato nel Seminario Vescovile, il convegno è stato seguito con grande interesse da decine di persone. Pochi intimi, rispetto alle sterminate platee televisive dove possono trovare spazio e posto solo personaggi del livello di Flavio Briatore della sua razzistica visione del mondo, tanto cara anche al venerato Berlusconi, su cosa devono fare i figli degli operai e degli artigiani. Briatore ha potuto spavaldamente affermare che i falegnami non dovrebbero mandare a scuola i figli, ma tenerli a bottega. Un modo ignorante e protervo di tentare di cancellare la lezione di don Lorenzo Milani, a cento anni dalla nascita e a 56 anni dalla morte.