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Quel premio giornalistico e il camerata Almerigo Grilz. Così cresce l’apologia del fascismo

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“L’unica terza via possibile, quella creata da Benito Mussolini, si leva prepotentemente in contrapposizione ai miti falliti del Socialismo reale e alle bare dorate dei modelli capitalistici e social-democratici. Una terza via, quella fascista, che non fu ristretta al nostro Paese ma seppe estendersi e dilagare in tutta Europa, e persino fuori di essa. (..) Non basta proclamarsi continuatori del Fascismo a parole. Scorriamo le fotografie di allora: gli squadristi che bruciano l’Avanti, il Duce alla testa delle camicie nere, la trasvolata di Italo Balbo, le bonifiche, i volontari in Spagna contro il comunismo. Tutto è movimento, lotta, mobilitazione, entusiasmo. (..) Benito Mussolini ci ha lasciato qualcosa di immensamente grande: un’Idea. Facciamola vivere e marciare, nell’Italia di oggi, verso il futuro.”

Chi è l’autore di questo farneticante programma politico? Quel “bravo ragazzo” di Almerigo Grilz, in un articolo pubblicato negli anni Ottanta (Trieste Domani, febbraio 1983). Sì, proprio il camerata Grilz riabilitato in questi giorni dai consiglieri comunali di maggioranza (tra cui alcuni sinceri democratici) e omaggiato in via Paduina col saluto romano da un gruppetto di neofascisti. Quel camerata Grilz, onorato persino dalla Presidente del Governo Meloni, a cui in passato è stata dedicata una via a Barcola (a mio parere un’infamia per Trieste democratica) ed a cui adesso è stato intitolato in pompa magna un Premio giornalistico. Non c’è dubbio, un bel pezzo di giornalismo quello inneggiante a Mussolini (per i forti di stomaco l’articolo completo è facilmente reperibile in internet) e un bell’esempio per i futuri reporter under 40. Peccato che, a mio parere, più che di giornalismo si tratta di vera e propria apologia di fascismo (che è ancora un reato).

*Pierpaolo Brovedani è Presidente Sezione CGIL dell’ANPI


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