Matteo Renzi l’aveva buttata lì, in una intervista a La Repubblica a commento del libro “I potenti al tempo di Giorgia” scritto da Paolo Madron e Luigi Bisignani. Aveva detto che molti giornalisti sono stati intercettati secondo quanto riportato nel libro. Il passaggio, tra gli altri, è questo: “Prima di arrivare a Palazzo Chigi, pare avessero detto a Giorgia Meloni che esistevano forme di controllo telematico di vari personaggi che ruotavano attorno al suo mondo. Si parlava di oltre 400 utenze captate”. Una cosa possibile ma del tutto illecita, posto che le intercettazioni vanno autorizzate solo a fini investigativi e dopo valutazione di un giudice, per un periodo limitato e nel rispetto di una serie di regole stabilite dal codice. Invece qui, allegramente, un libro parla di captazioni preventive e un direttore editoriale lo riporta.
“L’ex Presidente del Consiglio, Renzi, ha detto una cosa gravissima. Ci ha fatto sapere che ci sono centinaia di giornalisti spiati. Perché? Da chi? Chi lo ha disposto? Forse si volevano conoscere le loro fonti? – si chiede Giuseppe Giulietti, coordinatore dei Presidi di Articolo 21 e già Presidente della Fnsi – Ricordiamo che ci sono stati altri casi altrettanto gravi, ricordiamo quello a carico di Nancy Porsia spiata illegalmente durante le sue inchieste. O quelle su Paolo Mondani, addirittura pedinato durante il suo lavoro. Noi crediamo che questo tipo di attività violino palesemente l’articolo 21 della Costituzione e per questo adesso fuori i nomi, Dobbiamo sapere chi è stato spiato e soprattutto perché. Quanto sta emergendo rende ancora più necessaria una riforma legislativa contro le querele bavaglio e a tutela del lavoro dei giornalisti”.
“Decine di giornalisti intercettati dagli apparati di intelligence? Ritengo che sia urgente fare chiarezza su quanto denunciato da Matteo Renzi. È vero che numerosi giornalisti sono stati intercettati in maniera preventiva? Per quali ragioni di “sicurezza nazionale”? E che utilizzo è stato fatto di quelle intercettazioni? Serve un intervento chiarificatore del Sottosegretario Alfredo Mantovano. E ci aspettiamo una verifica anche da parte del Copasir”, ha commentato Vittorio Di Trapani, Presidente Fnsi.
Intanto in queste ore il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, ha replicato alle affermazioni di Renzi con una dichiarazione riportata dall’Ansa: “Dal momento dell’insediamento di questo Governo non ho mai autorizzato, quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, alcuna forma di intercettazione a carico di esponenti politici o di giornalisti”.
Qualcosa, tuttavia, va detto a proposito di uno degli autori del libro che ha scatenato questa polemiche e le relative, più che giuste, preoccupazioni. Chi è Luigi Bisignani? Un giornalista. Uno molto informato. Con qualche guaio con la giustizia all’attivo: condannato definitivamente durante Tangentopoli e ancora nel 2012 nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4.
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Nella foto Matteo Renzi