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“Al Festival Internazionale di Giornalismo Civile di Napoli ‘Imbavagliati’ ho ritirato il premio ‘Eleonora Pimentel Fonseca’. Istituito nel 2015, il premio internazionale riconosce i giornalisti e gli attivisti che affrontano rappresaglie per aver fatto luce sull’ingiustizia sociale. Questo è un grande festival che merita tutto il sostegno e il riconoscimento. Le persone commemorate e l’eroina che dà il nome al premio sono donne”. Lo scrive Stella Moris, agli oltre centotrentacinquemila follower sul suo profilo Twitter, a pochi giorni dalla consegna del “Premio Pimentel Fonseca”, che ha ricevuto giovedì scorso (27 aprile) all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici per “il suo coraggio nel difendere, attraverso il caso di Julian Assange, il diritto alla libertà di stampa di tutti i giornalisti del mondo, testimoniando che vive in Lei la stessa ispirazione di Eleonora”. L’avvocata e difensore dei diritti umani, moglie di Julian Assang ha aperto l’ottava edizione di “Imbavagliati”, il Festival Internazionale di Giornalismo Civile ideato e diretto da Désirée Klain, che dal 2015 dà voce a quei giornalisti sottoposti a censura e perseguitati nei loro paesi. Un premio consegnato proprio nella città prima in Italia a deliberare al consiglio comunale la cittadinanza onoraria ad Assange, grazie all’intervento degli attivisti di #freeassangenapoli. “Sono onorata e commossa – dichiara la direttrice artistica Désirée Klain – per le parole di Stella Moris, perchè ci infondono il coraggio per portare avanti una manifestazione, realizzata ormai solo con le nostre forze, senza nessun appoggio istituzionale. Il suo intervento al festival è riuscito a delineare l’importanza di mantenere i riflettori puntati sul caso di Julian Assange, ma ha anche portato al pubblico una nuova interessante prospettiva sul ragionamento di Julian dietro l’azione di Wikileaks: quella di accendere una luce sugli ultimi”. “Ringrazio – ha continuato la Klain – le persone, gli enti,gli ordini,le associazioni, che mi hanno permesso di riuscire a continuare a difendere la libertà di stampa, perché il lavoro di un giornalista non è un crimine. Quindi l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Articolo21, la Federazione Nazionale della Stampa, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, il Sugc, Amnesty International Italia, la Fondazione Polis e grandi difensori dell’umanesimo, come Beppe Giulietti, Marisa Laurito, Massimiliano Marotta, Nino Daniele, Vittorio Di Trapani, Paola Spadari, Claudio Silvestri, Flavio Lotti, Riccardo Noury, Vincenzo Vita, Stefania Maurizi; e per la loro importante testimonianza le altri vincitrici del “Premio Fonseca – Honoris causa”, la preside Annalisa Savino e l’attivista Fatou Diako; Anna Motta e Pino Paciolla, genitori di Mario Paciolla, al quale abbiamo dedicato la mostra di Gianluca Costantini; i giornalisti Zhanna Zhukova, Farzana Jadid, Jean Léonard Touadi, Enzo Nucci, l’analista Giunio Santini, l’iranista Sara Hajinezhad; le tantissime comunità che hanno partecipato alla nostra iniziativa; il comitato di # freeassangenapoli; la responsabile delle relazioni internazionali, Eva Serio”.