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Roman Protasevich, l’ultimo giornalista scomodo del regime bielorusso

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C’è anche Roman Protasevich, appena condannato a otto anni di carcere, tra i 33 giornalisti  che si trovano nelle carceri Bielorusse perché considerati scomodi dal regime.  Protasevich, ultimo in ordine di tempo ad essere stato condannato, è cofondatore ed ex direttore di Nexta, un canale Telegram che fu un punto di riferimento per i manifestanti durante le proteste di piazza del 2020.

E’ ormai chiaro che il dittatore Aleksandr Lukhashenko sta cercando di distruggere completamente e a tutti i livelli il sistema di informazione nel Paese. Proprio di recente, ha reso noto la Baj ( il sindacato dei giornalisti Bielorussi che ha dovuto riorganizzarsi in Lituania dopo essere stato messo fuori legge), le forze di sicurezza hanno perquisito gli uffici e gli appartamenti dei giornalisti delle testate regionali Info Kurier (di Slutsk) e Rehiynalnaya Hazeta (di Maladzechna): sono stati sequestrati dotazioni e documenti e sono stati arrestati gli editori. Il risultato è che altri due media regionali hanno dovuto sospendere le pubblicazioni.  Poco prima della giornata mondiale della libertà di stampa del 3 maggio, anche la pubblicazione Intex-press è stata presa di mira dalle autorità, che hanno bollato come estremisti i contenuti dei suoi social network e del suo sito web. La pubblicazione nazionale Narodnaya Volya è stata costretta a sospendere le pubblicazioni della versione pdf a causa del blocco economico attuato nei suoi confronti.

La Baj, in supporto a tutti i colleghi incarcerati o perseguitati ha lanciato, a partire da ieri a Vilnius,  una maratona virtuale che prevede flash mob con l’esposizione delle foto e dei nomi dei giornalisti bielorussi in carcere. Sempre ieri, giornata della libertà di stampa, anche la Federazione europea dei giornalisti, a Bruxelles, in occasione del workshop Safety4journalists, ha organizzato un flashmob, esponendo nella sala del Bozar, il palazzo dove si è tenuto il convegno, i ritratti e i nomi dei colleghi incarcerati, oltre al numero di anni di condanna.

“Ricordiamo alle autorità bielorusse che i giornalisti non sono criminali – scrive la Baj – Non può esistere una società libera senza una stampa libera. Chiediamo il rilascio dei nostri colleghi!”

La Federazione europea dei giornalisti, insieme alla Baj, invita tutti i colleghi, le organizzazioni internazionali, le organizzazioni per i diritti umani, i sindacati e chiunque abbia a cuore la libertà di stampa di aderire all’iniziativa.


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