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Il Presidente Mattarella a Casal di Principe: “Le mafie temono i cittadini liberi”

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La mano sul cuore dei docenti dell’Istituto “Guido Carli” di Casal di Principe mentre tutta la palestra intona l’inno di Mameli è l’immagine che resta, tra le molte della visita del Presidente della Repubblica nella Giornata della Memoria dedicata alle vittime della mafia che Libera organizza da 28 anni. La data non è casuale, il luogo è più che simbolico. La mattinata del Capo dello Stato in questo piccolo angolo della Campania che è stato il cuore dell’impero del feroce clan dei casalesi, è iniziata molto presto, alle 10, con la visita alla tomba di don Peppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra mentre si accingeva a dire messa. Era il 19 marzo del 1994 e quella morte è stato il punto di non ritorno, da cui è iniziata la rinascita. Il paese è cosparso di bandiere tricolore, blindato dalla polizia in ogni angolo, avvolto da un sole che fa primavera, si sente che sta succedendo qualcosa di diverso e importante. Marisa Diana è assediata dai giornalisti, visibilmente emozionata dice che “questa giornata è straordinaria”. Poi aggiunge: “Scusate, sono scossa, oggi è l’anniversario del funerale, si affollano i ricordi, rivedo la bara di mio fratello. Sono orgogliosa della visita del Presidente e lo ringrazio perché ci accomuna lo stesso dolore. Ringrazio il testimone dell’omicidio, che  non si è tirato indietro, non ha avuto paura. Ai casalesi dico: guardate l’esempio che ha lasciato mio fratello, è un segno grande”. Nel piazzale dell’ingresso secondario del cimitero, dove è stato deciso che entrasse il Presidente Mattarella, c’è un cordone di sicurezza nel quale entra ed esce, quasi stordito dall’evento, il sindaco Renato Natale, che ai giornalisti ricorda quanto “è stato fatto in questa terra anche se tanto dobbiamo ancora fare, con un impegno quotidiano”; poi sottolinea “il record nel riuso sociale dei beni confiscati” e aggiunge che “contro la mafia si può e si deve vincere, se ce l’ha fatta Casal di Principe, ce la possono fare anche gli altri”. Continua a girare sul piazzale, si aggiusta a puntino la fascia, consapevole che è una data storica, guarda oltre la strada di accesso, controlla ogni angolo, Mattarella sta arrivando e quando scende dall’auto Natale sarà il primo cui stringerà la mano. E’ una visita breve quella sulla tomba di don Peppe, estremamente sentita, con la deposizione della Corona della Presidenza della Repubblica che resterà lì a suggello di cosa è accaduto il 21 marzo 2023.  La seconda tappa è al “Carli” dove Mattarella è accolto come una star. In un passaggio del discorso del sindaco c’è il fulcro del sentimento diffuso: “Avevamo un sogno: diventare cittadini normali. Lei Presidente ci sta aiutando a realizzare questo sogno”. Il rappresentante degli studenti ha un suo altro sogno: “Noi giovani vogliamo restare qui, a vivere nella nostra terra”. Il presentatore è emozionato ma chiede comunque una ‘foto di gruppo’ col Presidente e la foto si farà veramente, un fuori programma che segna la giornata quasi quanto alcuni passaggi del discorso di Sergio Mattarella: “Siete figli della rinascita, protagonisti di una stagione straordinaria. Oggi l’Italia ricorda tuti i morti per mano della camorra, della mafia, della ‘ndrangheta, cittadini fedeli al dovere e alla propria dignità… la mafia ruba il futuro ai giovani; le mafie temono i cittadini liberi… la mafia è anche conseguenza dell’ignoranza, la lotta alla mafia riguarda tutti, non si può restare indifferenti”. Poi un riferimento preciso: “L’omicidio di don Diana è stato un detonatore del coraggio e noi non dobbiamo smettere di vigilare. Ragazzi sono venuto qui per portarvi l’apprezzamento e l’incoraggiamento della Repubblica. Auguri”. Un regalo accolto con la standing ovation degli studenti e degli insegnanti che restano lì, a fare foto, ad abbracciarsi e a cantare anche dopo che il Presidente ha lasciato la scuola. E’ un giorno di festa. A Casal di Principe è primavera.
(Foto gentilmente concesse da Paola Marcoccia)


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