Giorni pieni di conferme. La par condicio è in rotta, sopraffatta dai vecchi e dai nuovi vandali del pluralismo. Televisioni pubbliche e private diventate uffici elettorali. Meno male che c’é la sinistra che si arrovella, già ma per cosa: quali autorevoli giornalisti conviene candidare? Uno strano modo di porsi il problema dell’informazione, che fa il paio con quello di singolari personaggi dello stesso fronte (per intenderci autorevoli esponenti della commissione di vigilanza) diventati paladini a chiacchiere del diritto ad essere informati ma fino a ieri omaggianti sostenitori del nuovo corso Rai. La sorte non è benigna ed ecco ricomparire anche la vicenda delle frequenze. Anche qui una conferma dei nostri vaticini. Non se ne fatto nulla come volevasi dimostrare. Altro che Malta o Croazia che si oppongono. Il verme è da sempre dentro la stessa filosofia di distribuzione dell’etere. Come la giri devono essere sempre i soliti noti ad avere la meglio. Ovviamente, in presenza di una procedura di infrazione di Bruxelles, la devi incartare, ma purtroppo a far pacchi complicati si finisce per restarci incartati. Blateravano di soldi per lo Stato, di apertura a nuovi entranti, di progresso tecnologico. Nulla. Ora sarà compito del prossimo governo, per intanto sorbiamoci la solita musica e meditiamo su come siano trascorsi invano cinque anni (data di inizio della questione).