Il Parlamento si mobilita (in ordine sparso) sul tema delle azioni legali, civili o penali, usate come strumento per imbavagliare i giornalisti e limitarne il lavoro. A smuovere le acque, mercoledì 8 marzo 2023, è l’annuncio dell’Agcom di voler organizzare in tempi ristretti con i rappresentanti di Ordine, Fnsi e Fieg una serie incontri sul nodo querele bavaglio, bollate dall’Autorità guidata da Giacomo Lasorella, «un fenomeno di particolare gravità perché in grado di condizionare o compromettere la libertà di espressione».
All’indomani della decisione del Consiglio dell’Authority è il senatore dem Franco Mirabelli a ricordare che nella scorsa legislatura la commissione Giustizia del Senato «approvò all’unanimità un disegno di legge in materia che non arrivò mai in Aula. All’inizio di questa Legislatura, abbiamo ripresentato quel testo».
Il riferimento è al disegno di legge n. 95 (“Disposizioni in materia di lite temeraria”), presentato il 13 ottobre 2022 dai senatori Mirabelli, Fina e Martella, che riproduce per intero il testo del ddl 835-A (primo firmatario l’allora senatore Primo Di Nicola) approvato in Commissione il 17 dicembre 2019 e mai esaminato dall’Aula.
Alla Camera è Chiara Gribaudo ad annunciare di voler replicare l’iniziativa, recuperando la proposta Di Nicola (che, per la cronaca, nella XVIII legislatura presentò, fra gli altri, anche un intervento in materia di tutela delle fonti, cui pure toccò in sorte identico destino).
Ma il testo Mirabelli non è l’unico presentato in materia di informazione, querele o liti temerarie, carcere per i cronisti e altri lacci e lacciuoli alla libertà di informazione.
Sul fronte del centrodestra si registra il ddl 466, d’iniziativa dei senatori Balboni e Malan, presentato in conferenza stampa mercoledì 1 marzo 2023. “Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale e al decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione e di condanna del querelante nonché di segreto professionale, e disposizioni a tutela del soggetto diffamato”, il titolo.
Senza uscire da palazzo Madama, c’è anche l’atto Senato n. 81 recante “Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di segreto professionale e di istituzione del Giurì per la correttezza dell’informazione”, annunciato il 13 ottobre 2022 da Walter Verini.
Mentre l’ultimo, in ordine di tempo, ad intervenire in materia è un altro senatore Pd, Andrea Martella, promotore dell’atto Senato n. 573, “Disposizioni in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione”, annunciato nella seduta del 7 marzo 2023.
Materiale su cui lavorare ce n’è.