“Essere in un elenco di giornalisti sgraditi non è un problema soltanto di quei giornalisti ma afferisce la possibilità dei cittadini di conoscere a tutto tondo cosa sta succedendo in Ucraina”. Parole chiarissime pronunciate in diretta da Salvatore Garzillo che è uno dei giornalisti italiani cui è stato negato il visto. E’ finito nella lista nera dei servizi ucraini e che nel corso della riunione di redazione di Articolo 21 ha fornito un quadro lucido e dettagliato della situazione, sottolineando la gravità di questa decisione. “Andrea Sceresini e Alfredo Bosco sono stati definiti collaborazionisti e non si sa su quale base. Ciò è gravissimo – ha detto Garzillo – ed è pericoloso per l’informazione in generale, perché a questo punto basta qualunque cosa per evitare voci scomode. Ecco perché c’è bisogno di comunità, è importante che tutti facciano la loro parte. Purtroppo, tranne poche eccezioni, la storia di questa lista nera non ha trovato diffusione e noi dobbiamo renderci conto che bloccare la cronaca a tutto tondo della guerra è un problema di tutti. Non è solo una vicenda mia o di altri, perché io sono un free lance e potrei spostarmi a raccontare altro in un altro Paese, ci sono stante storie nel mondo da narrare. Ma è il concetto che non va. In questo momento possiamo dare prova di essere comunità in modo reale ed efficace. Oggi i colleghi che sono a Kiev debbono fare una domanda precisa alla Presidente Giorgia Meloni. Se nessuno farà questa domanda specifica su un diritto che riguarda anche loro vuol dire che stiamo perdendo tempo e non siamo comunità. La domanda è semplice. Questa: ‘Presidente, ci sono tre colleghi cui non viene concesso di entrare in questo Paese e non è consentito lavorare, perché?”