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Festival presidenziale. Ma la cultura è un’altra cosa

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“Cari amici vicini e lontani…” Dal Casinò di San Remo il palermitano Nunzio Filogamo poteva serenamente usare il termine “amici” senza alcun timore di rimandare agli “amici degli amici” che nel resto del mondo gestivano i casinò, in quanto luoghi preposti a spaccio, riciclaggio e usura. Negli anni ’70 ci furono inchieste anche in Italia, in tal senso. La Kermesse del Festival oggi ha luogo al teatro Ariston, per problemi tecnici, ma forse per smarcare il canto dal gioco d’azzardo.
Nel suo tristissimo palchetto Sergio Mattarella ha preso parte al Festival. Se tale spettacolo fosse stato nelle corde di Sandro Pertini avrebbe serenamente partecipato dicendo soltanto che gli andava e che era giusto avere un momento di spensieratezza, come fu ai mondiali 1982. Per far partecipare il presidente alla carovana festivaliera si è dovuto invece creare un anniversario assurdo, ai 75,2 anni dalla Costituzione (dicembre 1947), con l’intervento sul tema di Benigni che ha stimolato l’uso del telecomando. Ma il massimo del depistaggio si è avuto nella motivazione regina della presenza presidenziale: il festival è cultura! Confessiamo che non lo sapevamo.
Se il fine della cultura è infondere nei telespettatori un senso di alienante inutilità, riducendo le capacità cognitive, il festival è il massimo della cultura. Ecco l’enorme flusso finanziario legato al festival, utile allo scopo di rendere gli italiani ancor più “zombies” di quello che già denunciava in teatro Carmelo Bene negli anni ’80. Proprio pensando al teatro, basterebbe impiegare il 10% dei capitali che girano intorno al festival per far vivere l’intero teatro italiano. Ma il teatro crea coscienze ed opinioni, oltre a introdurre lo spettatore in un mondo fantastico che apre il cuore e la mente. Il rischio è enorme: potremmo avere dei cittadini pensanti. Ecco perché chiudono i teatri, riutilizzati come banche o supermercati. Si parla di trasferire il festival in sito diverso dal teatro Ariston. Ci sarà già qualche multinazionale pronta ad usare anche questo teatro in modo più utile e meno pericoloso. La stampa saluterà questa soluzione come innovazione, roba da PNRR.


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