Con l’arresto di Matteo Messina Denaro si chiude la stagione storica della mafia corleonese stragista di quarant’anni fa. Simbolico e significativo l’arresto di Matteo a trenta’anni esatti di quello del suo capo Riina. Giusti i riconoscimenti e gli applausi, da noi condivisi, alla magistratura e alle forze dell’ordine per il successo del loro lavoro e sacrificio.
Dai Governi, regionale e nazionale, attendiamo che siano coerenti con i loro applausi portando al centro dell’agenda politica il tema del contrasto preventivo delle nuove mafie e delle loro relazioni politiche, istituzionali, economiche e sociali.
In primis provvedano a ricostituire la Commissione antimafia nazionale e far funzionare quella regionale; provvedano a non indebolire i controlli antimafia e anticorruzione negli appalti, nei servizi; non si limitino le intercettazioni ambientali nei casi di mafia e di corruzione; si colmino i vuoti degli organici nella magistratura (v. il grido di allarme della Procura di Palermo), nelle forze dell’ordine, nei comuni, nell’Agenzia dei beni confiscati per non disperdere i sacrifici degli addetti e non sprecare capitale umano e sociale (v. le carenze nella gestione dei beni mobili, immobili e delle aziende sequestrati e confiscati).
Perché parliamo di mafie nuove se esse perseguono lo stesso obiettivo di quelle vecchie cioè arricchirsi illecitamente, usando la loro forza d’intimidazione, e a danno di tutti i cittadini onesti, della libertà di mercato e della democrazia? Perché dopo l’approvazione della legge Rognoni-La Torre, la sua applicazione e integrazioni segnarono la sconfitta storica delle mafie stragiste, allora le nuove si sono adattate. Sparano di meno, corrompono di più e da braccio armato al servizio della classe dominante, tentano di diventare esse stesse parte della classe dominante intrufolandosi nella politica, nell’economia usando il riciclaggio dei proventi dei loro traffici. Matteo è un campione di questa trasformazione da estorsore a moderno imprenditore dell’eolico!
Inoltre considerata la transnazionalità delle nuove mafie, va sollecitato un 416 bis a livello dell’UE e dell’ONU anche per spezzare la minaccia allo sviluppo democratico degli stati che i sistemi politico mafiosi generano. Sin dall’ottocento la mafia è stata sempre un fenomeno collegato alla lotta per il potere delle classi dirigenti come acutamente descrissero Sonnino e Franchetti e Pio La Torre nel novecento.