Era marzo del 2020: a conclusione della tre giorni promossa da Articolo21 e Fnsi dedicata al contrasto delle parole d’odio fu inaugurata al Ghetto ebraico di Roma la panchina della memoria. Un grande momento di condivisione dei temi di libertà, giustizia, memoria portati avanti da Articolo 21. Ed eravamo con David Sassoli che quel giorno volle essere presente al Ghetto di Roma per ricordare i giornalisti e ai tipografi ebrei morti nei campi di sterminio nazisti, un cerimonia che concludeva la tre giorni di impegno intitolata “Parole non Pietre”, promossa dalla Federazione nazionale della stampa italiana e da Articolo21 con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e tante altre realtà della società civile, religiose e del mondo dell’informazione. Tutti riuniti per promuovere una comunicazione responsabile a contrasto delle parole di odio e di ogni forma di discriminazione, prima tra tutte quella che si esprime attraverso l’antisemitismo. La Panchina della memoria (nella quale compare la scritta: «Quando la verità non è libera, la verità non è vera», di Jacques Prévert) è dedicata al giornalista Eduardo Ricchetti e ai tipografi Amedeo Fatucci, Leo Funaro e Pellegrino Vivanti, che furono catturati nel rastrellamento nazista avvenuto nel ghetto di Roma il 16 ottobre 1943 e mai più tornati.
(Nella foto l’inaugurazione della panchina al Ghetto di Roma a marzo del 2020)