BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Colpirne uno per intimidirne mille

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La presidente Meloni ha querelato Roberto Saviano, ma non andrà in aula per un contraddittorio, meglio affidarsi agli avvocati.
Sempre la presidente ha scagliato un’altra querela contro “il Domani” del direttore Stefano Feltri. Il ministro Crosetto non sopporta che qualcuno lo sospetti di avere conflitti di interesse e querela i quotidiani che hanno osato sospettare un suo rapporto con le industrie delle armi, per altro assolutamente evidente ed esplicitato da lui medesimo.
Il ministro Calderoli annuncia strali e querele contro il Mattino, il Messaggero e chiunque si azzardi a criticare la sua “autonomia differenziata”, barattata in cambio del presidenzialismo.
Da ultimo due parlamentari forzisti hanno preannunciato una proposta di legge per reintrodurre il carcere, da due a cinque anni, per chiunque renda pubbliche le intercettazioni, comprese quelle non coperte dal segreto.
Proposta che non farà strada perché in contrasto con le medesime sentenze della corte europea e con la prossima direttiva del parlamento e della commissione europea.
Nel frattempo il governo non ha neppure preso in considerazione l’approvazione delle norme per contrastare le querele bavaglio, tutelare le fonti, rafforzare il segreto professionale.
Come potrebbero farlo, se propongono l’esatto contrario?
L’obiettivo delle querele e delle proposte  di legge è quello di minacciarne dieci, per intimidirne cento e mille.
Puntano sull’autocensura, sulla paura di ricevere una richiesta per danno, sul rischio delle intercettazioni e dello svelamento delle fonti, in modo da tagliare alla radice la possibilità di poterne ancora svolgere inchieste sul potere, sul malaffare, sulla corruzione.
Si tratta di un assalto propedeutico alla realizzazione di una repubblica presidenziale, preceduta da una riduzione della funzione e del ruolo dei poteri di controllo, dalla magistratura all’informazione.
Il modello non è il presidenzialismo all’americana, ma la democratura all’ungherese.
Il prossimo 25 aprile sarà la prima occasione per mettere in campo una grande manifestazione unitaria, senza gelosie di parte, partito, organizzazione, a tutela della costituzione antifascista.


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