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Al Beccaria episodio grave. Il Garante: ma la nostra giustizia minorile funziona

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La fuga dal carcere Beccaria di Milano sembra il copione di un film d’altri tempi. L’evasione di Natale 2022. sei ragazzi sono saliti sulle impalcature e si sono calati da un muro più basso rispetto a quello che circonda l’Istituto. Un altro detenuti ha utilizzato un lenzuolo. Dei sette giovani fuggiti tre sono rientrati quasi subito nel carcere minorile, ma la storia ha riacceso i riflettori sulle condizioni generali degli istituti di pena italiani e sul Beccaria in particolare. “Certamente quanto avvenuto al Beccaria è episodio grave ed evidenzia una situazione che richiede di essere potenziata sia negli aspetti di rapida risoluzione di questioni ancora in sospeso, relativamente alla conclusione dei lavori e all’assegnazione di una stabile direzione, sia tramite un incremento di progettualità. Altrettanto certo è che una situazione difficile non possa ricadere su chi opera con difficoltà e professionalità. Sarebbe tuttavia sbagliato cogliere questo grave episodio per gettare disvalore verso un sistema – quello della giustizia minorile – che funziona e che ha visto negli anni importanti successi di reinserimento positivo di giovani nella vita esterna. La questione della direzione stabile è in via di soluzione, dopo che è stato completato il concorso e si sta concludendo la fase di formazione dei vincitori.  – sottolinea in una nota il Garante nazionale per i detenuti – Resta però un tema su cui si deve ragionare: è quello della maggiore difficoltà che la privazione della libertà determina oggi in giovani complessivamente più fragili che in passato. In particolare, perché hanno costruito – e costruiscono – la propria apparente identità attraverso sistemi virtuali di comunicazione che hanno una scarsa capacità di connessione con la durezza di una situazione reale quale è la privazione della libertà. All’interno di una istituzione detentiva, dove ovviamente si interrompe quel tipo di connessione, anche perché non si ha più il cellulare che sembrava comprendere tutto il proprio mondo, ci si ritrova soli in una situazione che non si sa gestire, se non con rabbia e fuga. Occorre ragionare su questi aspetti, oltre che, doverosamente, risolvere quei nodi che garantiscano condizioni dignitose e al contempo sicure, senza limitarsi ad affrontare la questione in termini di rafforzamento dell’esistente o ancor meno di contrapposizione ideologica.”


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