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Ben vengano i Magistrati in politica

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Magistrati e politica. Politica e Magistrati. Come cittadina, prima di acquisire, per amore o per forza, dimestichezza con i processi e le aule di Giustizia, non avevo particolari idee su questa questione. Certamente l’entrata in politica di alcuni volti noti della Magistratura Italiana non ha mai costituito per il mio sentire un problema. Anzi… non vedevo proprio quale potesse essere il problema se qualche magistrato che aveva acquisito notorietà per la bontà ed efficacia con cui aveva svolto il proprio lavoro, avesse poi deciso di entrare in politica candidandosi per questo o quel partito.Certamente la politica non aveva a che rimetterci. Non ho mai condiviso i retro pensieri di coloro che queste scelte criticavano ed osteggiavano spesso con toni tali da tradire il timore per il prestigio e la pubblica considerazione che indubbiamente tali candidature suscitavano e raccoglievano, quasi come una sorta di timore concorrenziale in un ambito, quello politico, che sempre più dava l’idea di “dover” esser riservato ai cosiddetti addetti ai lavori: i professionisti della politica.

Il fatto che questi Magistrati candidati avessero, prima della loro entrata in politica, perseguito o condannato numerosi esponenti della politica italiana, doveva costituire un problema per essa stessa e non certo per loro, che quantomeno potevano vantare un certificato penale immacolato ed una carriera alle spalle di tutto rispetto al servizio dello Stato.
Qual’era il problema? Il sospetto che si fossero impegnati in inchieste importanti e delicate, portate avanti con successo, per costruirsi un trampolino di lancio nel mondo politico poteva essere sufficiente per negare un diritto che dalla nostra Costituzione non può certo esser negato a nessuno? Ma quando a fare questo salto sono grandi imprenditori o grandi esponenti della finanza o del mondo bancario non meriterebbe quantomeno analogo sospetto e diffidenza?
Oltretutto per costoro il problema del possibile condizionamento dell’attività politica da ragioni di interesse professionale od imprenditoriale rimane sempre attuale per tutta la loro permanenza in Parlamento.
Oggi ho imparato a mie spese che il sacrosanto principio in base al quale la legge deve essere uguale per tutti non gode sempre di buona salute nelle nostre aule giudiziarie. Se così non fosse, non sentiremmo continuamente parlare del problema del rispetto dei diritti civili.
Non solo, ma ora so che nei processi dove lo Stato deve metter in discussione se stesso la politica intesa nel senso meno nobile del termine interviene in modo talvolta subdolo e silenzioso e talvolta in modo brutale e sfacciato con buona pace di coloro i quali da quei processi si aspettano giustizia.
Mi sono resa conto di quanta importanza dovrebbe viceversa avere in quelle aule la politica, quella nobile. Quale sarebbe per me quella nobile? Quella che é diretta espressione dei valori sanciti dalla nostra Costituzione. La legge é uguale per tutti, appunto, e tutti sono uguali di fronte alla legge, per esempio.
Sembrano la stessa cosa ma così non è .
Sembrano scontati ma non lo sono assolutamente. Qualcuno ci è morto. Qualcun altro l’ha fatta franca.
Allora dico oggi: ben vengano i Magistrati in politica.
Saranno meritevoli? Siano gli elettori a deciderlo.
In politica tutti devono essere sotto i riflettori a disposizione del giudizio critico dei cittadini. Dimenticavo un altro valore, non ultimo ma assolutamente sacro: la libertà di stampa ed il diritto di critica .


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