«Cescutti – ha detto Giulietti – aveva uno straordinario senso cattolico e democratico nel vero senso del termine, sto parlando della sua fede, del suo modo di essere, di una fede che esercitava nel chiuso della sua anima con grande serietà e serenità. Conoscendo Gabriele ho conosciuto la differenza fra moderazione e moderatismo, che non sono cose uguali. Lui era un uomo moderato, non aderiva a una ideologia, era radicale nella difesa dei valori. La durezza di Gabriele che io consideravo un valore era legata alle cose non all’odio per le persone. Era convintissimo che si dovesse includere ed era convintissimo che ogni euro in più dovesse riguardare gli ultimi, così come era convintissimo che gli ultimi fossero la ragione sociale di tutti noi, era convintissimo dell’autonomia professionale e sindacale».
Giulietti ha quindi ricordato degli episodi della storia umana e professionale di Cescutti, giornalista de Il Gazzettino che «sono stati cancellati. C’è stata la stagione in cui al giornale ci fu la cancellazione del nome di Tina Anselmi perché guidava la Commissione parlamentare sulla P2. Gabriele, uomo di rara moderazione ritenne suo dovere insieme a quella redazione moderata, alzare la testa, gridare, fare uno sciopero. E quando su quello stesso giornale ci fu per la prima volta l’esaltazione della repubblica di Salò attraverso un necrologio, ci fu una durissima battaglia in una redazione moderatissima condotta da persone che avevano nella Costituzione il punto di riferimento come nella parte migliore della tradizione del mondo veneto anche quello distantissimo da me».
«Vorrei essere chiaro – ha continuato Giulietti – io e Gabriele non veniamo dagli stessi mondi, non frequentavamo gli stessi luoghi. Ma la bellezza di un’organizzazione è quella di fare sintesi tra le posizioni diverse. Questo è stato Gabriele Cescutti, nel Sindacato veneto, nella Federazione della stampa, alla Casagit, all’Inpgi, privilegiando il lavoro collettivo, comune, positivo, comunque».
Infine Giulietti ha voluto richiamarne alcuni aspetti privati: «La cosa più bella di Gabriele era l’amore infinito per la moglie, la cui morte gli ha procurato un dolore immenso, mai superato. Era con lei che a Carnevale si travestiva come un antico Doge e girava per le calli di Venezia con un senso dell’autoironia che mi piacerebbe vedere più diffuso attorno a noi».
Nella foto Gabriele Cescutti (a sx) nel 2014, quando l’allora segretario regionale Sgv gli consegnò una targa a nome di tutto il Sindacato per il servizio appassionato, competente, professionale e generoso reso alle colleghe e ai colleghi negli enti di categoria.