Nell’ottobre del 2009, a commento dei morti di Giampilieri (ME), l’allora presidente Napoletano, assiso nel suo alto scranno del Quirinale, immediatamente sentenziò: colpa delle speculazioni edilizie. Un’impresa del paesino mi testimoniò invece che la gran parte delle vittime della frazione messinese fu per il crollo di case risalenti ai primi dell’ottocento, se non antecedenti. L’evento non fu solo a causa del cambiamento climatico, ma soprattutto del completo abbandono, a monte, delle coltivazioni. Ciò a seguito della politica europea che in Sicilia distrugge l’agricoltura e ai siciliani fa mangiare le cipolle francesi, il latte tedesco, le arance del Marocco ed i pomodorini olandesi.
La storia (sin dal Vajont) si ripete per i morti di Ischia: le frane non nascono dalle case costruite a valle, ma scendono giù dai terreni a monte. Terreni ormai del tutto abbandonati, come la quasi totalità dei terreni collinari italiani. Le potenti Lobby finanziarie alimentano la diffamazione contro l’edilizia, al fine di poter depredare i risparmi italiani (2.000 miliardi, cento finanziarie) e rifilare le ennesime truffe ai poveri risparmiatori Perché se i risparmi fossero rivolti verso l’edilizia, agli speculatori non sarebbe consentito prendere i nostri euro, a meno di… rendere mobili le costruzioni. La stessa guerra è stata fatta contro l’agricoltura, perché anch’essa sottrae fondi alla finanza.
Il maggior impegno assolto dall’ISPRA è quello di allarmare gli italiani sul così detto “consumo del suolo” facendo intendere che questo è la causa dei dissesti idrogeologici. Sospetta è l’ignoranza sul tema delle costruzioni. Da quasi un ventennio è obbligo, per le nuove costruzioni, di realizzare “l’invarianza idraulica” ovvero mantenere le condizioni idrauliche di un’area edificabile, come era prima della realizzazione delle opere. In ogni caso il rapporto tra uso edilizio del suolo e l’abbandono non ha paragoni. Negli ultimi vent’anni l’abbandono (nelle aree a monte) ha raggiunto le dimensioni di centinaia di migliaia di chilometri quadrati, contro le poche centinaia di chilometri di costruzioni (a valle). Rapporto di uno a mille (1/1.000). L’Italia è territorio di depistaggi. Mentre gli stati con il Pil in crescita promuovono l’edilizia: USA, Cina, Israele, Spagna e Regno Unito.