BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Investito il consigliere regionale Borrelli: “Pene e processi veloci per i miei aggressori”

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Nonostante un dolore diffuso, tra l’altro una costola incrinata, un piede dolorante e un braccio gonfio, per 21 giorni di prognosi, certificati al CTO di Napoli, posta  video di denuncia anche oggi, all’indomani del grave atto di violenza che ha subito. Non si ferma Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale della Campania per Europa Verde e neodeputato, investito venerdì sera, intorno alle 22.30, sotto casa da una persona a bordo di una moto, che indossava un casco integrale, con molta probabilità per ritorsioni contro le sue ultime battaglie contro le occupazioni abusive di case da parte dei clan. Anche se la frustrazione cresce… “Non è la prima volta che subisco aggressioni– dice Borrelli ad Articolo21, con la solita passione – le denunce effettuate in questura non si contano. Eppure molti dei criminali, riconosciuti da testimoni, filmati, sono ancora impuniti e a piede libero. Due anni  fa, mentre denunciavo i parcheggi illeciti all’ospedale San Giovanni Bosco, fui strattonato per terra da persone, che potevano rompermi l’osso del collo, anche in quel caso ancora deve iniziare il processo”.  “Stessa cosa – continua – per il raid intimidatorio di stampo criminale che ho subito, quando gettarono dei sacchetti di spazzatura sotto casa… Il colpevole, un pregiudicato che ha già sette condanne, è stato anche lui identificato da un video e regolarmente denunciato. Eppure risulta ancora impunito, questo fa sentire i malavitosi più forti.”

Innanzitutto come sta?

Sono frastornato e dolorante, provato anche dal punto di vista psicologico. Mi ritengo una persona molto scrupolosa e prudente, persino se guido il motorino, in tanti anni non ho mai fatto un incidente… Ora ho un po’ di paura in più.  Prima dovevo comunicare i luoghi pubblici dove mi recavo che per me erano più a rischio, ora dovrò comunicare alla questura tutte le volte che esco, dove vado e tutte le volte che sono casa. Anche se  stamane, dopo trenta minuti di chiamate al 113  senza nessuna risposta, ho deciso di uscire ugualmente. Avevo un appuntamento e non volevo arrivare troppo tardi”

Dal comandante Biagio Chiariello, che vive sotto scorta per sue azioni contro le case occupate e, ultimamente, la notizia di una novantenne, che si è vista sfrattata dalla propria abitazione: come si sta evolvendo secondo lei la situazione dell’occupazione delle case abusive da parte dei clan, oggi in Campania? 

Facendo una metafora, stiamo cercando di svuotare l’Oceano con un secchiello. Purtroppo la situazione è molto grave, in vent’anni non è successo nulla. Io ho tirato il toro per le corna, nel momento in cui ho denunciato l’occupazione illecita a via Egiziaca a Pizzofalcone, ma è un ago in un pagliaio. Solo nella provincia di Napoli si contano circa ottomila case occupate illegalmente. Quando e come saranno sgomberate? Ci vogliono processi brevi e pene certe. Ma è anche la mentalità comune in Campania che dovrebbe cambiare”.

In che modo dovrebbe cambiare?

Vede a Napoli ci sono tre tipi di cittadini: quelli collusi e conniventi, gli omertosi, convinti che nulla possa cambiare e gli idealisti (io li chiamerei, mettendomi dentro, anche fessi), che cercano ogni giorno migliorare la realtà. Purtroppo siamo la minoranza, si è visto anche nelle ultime manifestazioni, eravamo pochissimi a sfilare per contrastare la camorra. E invece se muore il cognato di un boss, chiudono un intero mercato rionale a Castellammare di Stabia

Quanto sono importanti, in questo senso, i simboli positivi?

Sono molto importanti, ma un numero impressionante di giovani conosce e fa il tifo solo per quelli negativi. Faccio un esempio. Io stesso con la Regione sottoposi un questionario anticamorra ad ottanta scuole. Ebbene dai risultati si è evinto che gli studenti conoscevano molto di più criminali come Genny Savastano, piuttosto che eroi veri come Giancarlo Siani. Persino i bambini idolatrano su Tik Tok il ‘personaggio’ Rita De Crescenzo. Una donna che è stata arrestata con esponenti del clan Elia, dopo le indagini che documentavano episodi di spaccio con il figlio appena dodicenne. Questo è molto grave.

Che cosa devono fare secondo lei i governatori a Napoli e in Campania per contrastare la criminalità?

Devono essere più presenti e soprattutto dare un esempio in prima persona. Anche nelle piccole cose di civiltà quotidiana. E poi creare campagne di sensibilizzazioni che ricordino gli eroi positivi del passato

Chiederà una scorta?

Deve essere una valutazione del Prefetto e del Questore. Ma la cosa più importante è che i delinquenti che mi hanno fatto violenza, anche in passato, siano processati quanto prima. Questo clima di impunità è pericoloso per la mia incolumità

Quale ruolo istituzionale sceglierà tra quello di consigliere regionale e deputato?

Tra pochi giorni comunicherò la mia scelta. Purtroppo i fatti degli ultimi giorni mi hanno rallentato, ma non fermato!


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