ROMA – Molti conoscono la storia della commedia “Il berretto a sonagli” d Luigi Pirandello, ma se non la racconterò del tutto è soprattutto per chi la vedesse per la prima volta. Questa riduzione di Gabriele Lavia al teatro Quirino, in scena fino al 20 novembre, la consiglio perché davvero affascinante.
Per intenderci “Il berretto a sonagli” è riferito al copricapo indossato dal giullare e simboleggia tanto la follia quanto la vergogna. Protagonista della storia è Beatrice Fiorica, una donna incline agli sbalzi di umore, che soffre per il tradimento del marito, il quale grazie alla sua posizione sociale appare intoccabile. Malgrado la fidata cameriera la inviti alla calma, un’altra donna che meglio sarebbe non ascoltare le riferisce i suoi sospetti e la aizza a denunciare il consorte. A tal punto entra in scena Ciampa, uomo alle dipendente del signor Fiorica, con la cui moglie Beatrice è convinta suo marito la tradisca. La signora Fiorica, divorata dalla gelosia, nutre un forte desiderio di vendetta e, manipolando Ciampa, fa di tutto perché il sospettato tradimento appaia alla luce del sole. In questo modo Beatrice vorrebbe rompere il tabù delle apparenze sociali e far emergere finalmente la cruda verità come una liberazione …
Il grande Gabriele Lavia interpreta il ruolo di Ciampa, lo scrivano additato come “becco”. La sua riduzione attribuisce l’uso del dialetto siciliano ai personaggi popolari, l’italiano a quelli più borghesi, in una mescolanza efficace che fa risaltare i caratteri. Bravissimi tutti gli attori, che il pubblico del Quirino ha applaudito con convinzione. Particolarmente suggestiva la scenografia, con manichini di cartapesta in fondo al palco a significare la moltitudine anonima dei più, suggestivo il gioco di ombre e luci dietro una tenda che evoca la parte interiore, misteriosa e buia di ciascuno.
La pièce ha i connotati del dramma, ma scorre intrigante e leggera e il pubblico ride: sono spassose le esclamazioni della fidata cameriera di Beatrice, i personaggi sono vivi, dietro la loro maschera rivelano una fragilità che suona ridicola e insieme suscita pietà. Ciascuno nuota nella propria sofferenza, nella propria pazzia costruita sul nulla. Schiavi delle convenzioni. Come dice Ciampa ci comportiamo a comando perché abbiamo tutti tre corde d’orologio in testa: la seria, la civile, la pazza. Corde che azioniamo a seconda delle circostanze. Non è un mondo di eroi quello pirandelliano, eppure da questo magma di sentimenti dolorosi e ipocriti nasce l’empatia del pubblico e la possibilità di riflettere. Una riflessione che non contempla solo la società di una volta: “Il berretto a sonagli” parla del nostro inconscio e il nostro inconscio, malgrado lo scorrere del tempo, matura con passo lentissimo.
Teatro Quirino – ROMA
Fino al 20 novembre
Effimera Diana Oris
presentano
GABRIELE LAVIA
FEDERICA DI MARTINO
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello
con
FRANCESCO BONOMO MATILDE PIANA MARIBELLA PIANA MARIO PIETRAMALA GIOVANNA GUIDA BEATRICE CECCHERINI
scene Alessandro Camera
musiche Antonio Di Pofi
costumi ideati dagli allievi del Terzo anno dell’Accademia Costume & Moda
Matilde Annis, Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani, Valentina Poli,
Nora Sala, Stefano Ritrovato, coordinatore Andrea Viotti
regia GABRIELE LAVIA