Festa cinema Roma 2022. L’arte non ha frontiere e “prima gli italiani” non fa bene al cinema

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Ad aprire la Festa del cinema di Roma nel 2021 fu il film “Gli occhi di Tammy Faye”. La storia vera dell’ascesa e caduta di due telepredicatori, diretto da Michael Shoalter, che alla protagonista Jessica Chastain avrebbe in seguito valso l’Oscar per la miglior attrice protagonista. Il film di apertura del 2022, l’italiano Colibrì di Francesca Archibugi, malgrado l’ottima performance di Pierfrancesco Favino, non è stato accolto con favore dalla maggior parte della stampa. Il nuovo corso della festa del cinema di Roma enfatizzando troppo l’italianità del festival, ha finito per creare aspettative senza riscontro e deludere. Tale scelta a carattere oggettivamente “nazionalista”, se proseguita rischierebbe di allontanare gli spettatori e trasformare l’evento romano in una rassegna minore.

L’arte non ha frontiere. Non basta mettere film dei compatrioti per attirare le folle. E nemmeno aiuta il nostro cinema: quale stato al mondo può permettersi di programmare una rassegna – non dichiaratamente del paese stesso – zeppa di conterranei senza incorrere nella bassa qualità?  Non tutti i film stranieri erano ovviamente di valore. Ovviamente non tutti i film italiani erano mediocri, ce ne sono stati di oltremodo interessanti, in particolare alcuni documentari italiani su situazioni italiane. E’ una questione di misura, tanto più se ci si lancia   nel panorama dei festival internazionali con un concorso in piena regola.

Dal 1946 per aiutare il nostri talenti esistono “I Nastri d’argento” – premio fondato da un gruppo di giornalisti e saggisti di cinema – alcuni dei quali divennero in seguito registi: Steno e Mario Soldati, Michelangelo Antonioni e Antonio Pietrangeli – il cui regolamento motivava l’istituzione al fine di «promuovere il continuo miglioramento artistico, tecnico e industriale della cinematografia italiana e rendere omaggio alle sue rilevanti acquisizioni». Lo stesso si dica per i David di Donatello, nati in seguito e oggi uno dei premi più prestigiosi a livello nazionale.

Gli spettatori alla festa di Roma come hanno reagito? “SHTTL”, firmato dal regista argentino Ady Walter, è il film vincitore del “Premio del Pubblico FS”. Gli altri premiati si chiamano Viesturs Kairišs, Jeong Ji-hye, Shekhar Kapur e via discorrendo. E le presenze? I numeri dicono un +24% di biglietti venduti (oltre 46 mila) e +35% di presenze (oltre 56 mila) rispetto alla scorsa edizione, che era però nel 2021, e dunque in piena pandemia. Un festival del cinema, in una città importante come Roma, è un appuntamento imperdibile per la crescita culturale di ciascuno: una sorta di stage universitario da cui si amerebbe guardare al mondo e più lontano.


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