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Rischia la prescrizione l’accusa di calunnia nei confronti del giornalista Carlo Ceraso

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L’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e l’Associazione Stampa Umbra, insieme a Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Federazione Nazione Stampa Italiana, apprendono con sconcerto e forte preoccupazione che il processo in corso presso il Giudice monocratico del Tribunale di Spoleto, chiamato a giudicare il procedimento che vede imputato un ex amministratore della locale banca, Leodino Galli, accusato di calunnia nei confronti del giornalista Carlo Ceraso, rischia di finire in prescrizione, o meglio sospeso in attesa che maturi la prescrizione (con due anni di anticipo) in virtù dell’applicazione del vigente Protocollo di Gestione delle Udienze Penali.

Era il 2017 quando il Galli presentò una denuncia per diffamazione per un articolo scritto dal giornalista. La Procura della Repubblica di Spoleto, che nel volgere di pochi mesi vide riconosciuta dall’Ufficio GIP la necessità di archiviare, a seguito di opposizione, il procedimento a carico del giornalista (17 settembre 2018) a conferma della correttezza del suo operato, aprì quasi contestualmente un fascicolo nei confronti del querelante per il reato di calunnia.

Galli, in buona sostanza, aveva denunciato il giornalista Carlo Ceraso sapendolo innocente.

Ebbene questa inchiesta della Procura rischia di  finire nella classica bolla di sapone per una serie di  situazioni che lasciano basiti per il tempo che si è perso. E’ stato dapprima nominato GUP per il processo di calunnia lo stesso magistrato che aveva firmato l’ordinanza di archiviazione del giornalista; questo ha portato al rinvio a giudizio del querelante solo in data 26/3/2019 a seguito della necessaria sostituzione del magistrato.

La prima udienza della fase dibattimentale è stata poi fissata dopo 10 mesi (28/1/2020),  e da quel momento, in quasi tre anni, non si sono celebrate neanche due udienze “piene”.

L’udienza del 28 gennaio 2020 veniva spostata al 5 marzo 2021, quando si è aperto il dibattimento e sono state riconosciute le costituzioni di parte civile di Ordine dei Giornalisti e FNSI/ASU.

L’udienza istruttoria era quindi fissata al 21 ottobre 2021 ma anche questa subiva un ulteriore, singolare stop tanto che la prima vera udienza istruttoria, quella della testimonianza della vittima di questo processo, si teneva solo il 24 marzo 2022.

Arriviamo al 30 settembre scorso quando devono essere ascoltati i primi 3 testimoni dell’accusa (ne saranno ascoltati solo due, con nuovo rinvio all’11 novembre p.v.) con la difesa dell’imputato che invoca in apertura di udienza l’applicazione del Protocollo di Gestione delle Udienze Penali, ovvero di sospendere il processo attesa l’imminente prescrizione: in realtà la prescrizione dovrebbe arrivare naturalmente solo il 15 novembre 2024, ma il Protocollo firmato da Tribunale, Procura della Repubblica e Ordine degli avvocati di Spoleto stabilisce che si sospendono quei processi che registrano la prescrizione entro i due anni successivi, anche in presenza di costituzione di parte civile.

Pensare che la clausola di costituzione di parte civile, a tutela delle vittime, sia invece prevista dall’analogo Protocollo siglato dal Tribunale di Perugia. Mentre a Terni non sembra essere stato siglato alcun Protocollo del genere. In pratica, sotto la stessa Corte d’Appello di Perugia, ci sarebbero tre modi diversi di gestire le Udienze penali. Fin qui i fatti oggettivi.

I tempi tecnici per arrivare alla sentenza di primo grado comunque ci sono ed è per questo che l’11 novembre prossimo il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti, il Presidente dell’OdG dell’Umbria, Cosimo Lorusso, e il Presidente dell’Associazione Stampa Umbra, Massimiliano Cinque, saranno a Spoleto per seguire l’udienza, riservandosi all’esito ogni decisione.

Auspichiamo che il Giudice ritenga di non dover applicare il Protocollo a questo processo considerandolo meritevole di una particolare tutela, in considerazione del fatto che trattasi di un processo “pilota” avente ad oggetto garanzie costituzionali.

Saremo a Spoleto per evidenziare appunto che questo non è un processo minore, ma “Il Processo” la cui sentenza è attesa da ogni giornalista di questo Paese costretto a subire quelle querele bavaglio, altrimenti dette SLAPP (Strategic lawsuits against public participation), che lo costringono al silenzio, che rappresentano una grave limitazione alla partecipazione democratica e al diritto alla libertà d’espressione poiché privano il dibattito pubblico di voci che fanno luce su informazioni di pubblico interesse.

Ad aprile scorso la Commissione Europea ha presentato la propria risposta al problema elaborando un intervento su due fronti: una Direttiva sui casi transnazionali e una Raccomandazione, con efficacia immediata anche se non vincolante, che raccoglie precise indicazioni da applicare nei casi nazionali.

Per parte nostra abbiamo rinnovato anche al Parlamento appena eletto la richiesta di affrontare e risolvere l’annoso problema; non possiamo pensare che sia proprio la Giustizia, in questo caso il Tribunale di Spoleto, a non emettere una sentenza, qualunque sia l’esito, su un procedimento che, proprio perché avviato d’ufficio dalla magistratura inquirente, non ha precedenti nella storia democratica del Paese.

Saremo presenti a Spoleto non di meno per testimoniare la nostra solidarietà al collega e agli avvocati che invitiamo ad avviare ogni iniziativa utile affinché si possa arrivare al pronunciamento.


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