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Nei Tg la “Dinasty leghista” e “Il ritorno dello spread”

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I Tg di martedì 10 aprile 2012 – Il tonfo della borsa e la risalita dello spread oltre quota 400 interrompono la saga leghista che per una settimana ha monopolizzato tutte le aperture. Mentre le altre testate non si spingono più di tanto nei commenti, TG la 7 è il più “cattivo” con il governo e , pur riconoscendo la matrice internazionale dell’ulteriore avvitamento finanziario, rimprovera Monti di fare troppo poco e di rimanere immobile di fronte alla ripresa della speculazione sui titoli di stato.

La vicenda leghista, ovviamente, rimane il clou di tutte le edizioni nella serata, ampiamente annunciata, dell’orgoglio leghista a Bergamo: Tg La 7 annuncia uno speciale dopo le 21, Ballarò su Raidue presente con  la diretta da Bergamo, Rai 1 propone Porta a Porta alle 23 con Rosy Mauro come guest star, Tg 3 preannuncia grande attenzione in Linea Notte. Chiedere un comportamento diverso è forse  troppo, ma certo la dinasty leghista da squallida vicenda politica rischia di diventare una soap opera di serie b. Altra breve considerazione: sembra che le maggiori forze parlamentari (A,B,C) una volta tanto, e lavorando anche il Lunedì dell’Angelo, siano in grado di produrre qualche proposta per una riforma del finanziamento pubblico della politica, condita dalla rarissima spezia dellea velocità. Non sappiamo se ci riusciranno, ma c’è da chiedersi come si riesca ad affrontare in 3 giorni un tema lasciato ad ammuffire per anni.  Sarà forse per non rischiare di esser “spazzati via” tutti quanti, come gli anelli del cerchio magico di Bossi?

La missione mediorientale di Monti scende per tutti in terza posizione, mentre le maggiori testate, una volta tanto, risultano attente alla vicenda siriana e alla poco probabile svolta del cessate il fuoco.

Solo il Tg 3 “nuntiat nobis gaudium magnum”, ovvero la decisione di Passera di mandare  definitivamente alle ortiche il beauty contest. Noi ce ne occupiamo e nel commento parlando con  il Consigliere dell’Agcom Nicola D’Angelo, che ci spiega quali scenari si potrebbero aprire.

Infine una segnalazione da Tg 3 e Tg 5 che, apparentemente potrebbe avere a che fare con l’infotainment: secondo il serioso Economist il marketing delle aziende della moda si sarebbe arricchito di un “trucco” particolarmente efficace per gratificare i clienti  e convincerli a comprare. Fare apparire tutti più in forma   facendo “scalare” le taglie. Una sorta di fenomeno inflattivo che fa diventare una 44 di nome, una 46 di fatto. E vissero tutti magri, felici e contenti.

 Lorenzo Coletta

Il Commento di Nicola D’Angelo, Consigliere AGCOM

(Intervista di Alberto Baldazzi)

 

Consigliere D’Angelo, quello che hanno capito  i cittadini – oltre che i tecnici addentro la materia –  à che il regalo impacchettato dal governo precedente è stato “scartato” prima ancora di essere comprato, e che gli  ultimi orientamenti  di Passera vanno verso uno spacchettamento di questa risorsa pubblica che è l’etere. Si privilegerà quindi non tanto  il vecchio ed oramai maturo  servizio televisivo, ma piuttosto le nuove tecnologie , e soprattutto il web. Il tutto puntando, inoltre, a portare  soldi nelle casse pubbliche. È così?
“Sì, è così. Per la verità, io non credo che ci  fosse bisogno del  governo dei tecnici per capire che il beauty contest  non andava. Già più di tre anni fa, quando si è cominciata a ventilare la possibilità di regalare le frequenze, ci opponemmo in molti ed in modo molto netto; come si usa dire,  il tempo è galantuomo. Le ragioni di quella scelta, per la verità, non erano  soltanto di natura economica. Eravamo contrari al fatto che chi rivestiva già posizioni dominanti nel sistema radio televisivo vedesse gratuitamente accrescere il  proprio monopolio; una transizione al digitale fatta in questo modo non avrebbe che riproposto le stesse condizioni della televisione analogica, o forse le avrebbe addirittura peggiorate”.

Consigliere, è possibile prevedere un avanzamento, certo non immediato, ma col passare degli  anni,  del comparto connessioni internet, che in Italia è comunque ancora arretrato?
“Sì. Questa è appunto una delle ragioni per cui, all’epoca, ci furono diverse polemiche ed alcuni si schierarono contro una transizione al digitale fatta in quel modo; l’operazione non prevedeva solo il beauty contest ma, tra l’altro, che tutte le frequenze televisive fossero appunto riservate alla televisione. In tutti gli altri paesi con il passaggio dall’analogico al digitale e la conseguente moltiplicazione dei canali, parte delle risorse sono state recuperate ed assegnate alle telecomunicazioni o alle connessioni internet. Questo noi, pur potendolo all’epoca fare, non lo abbiamo fatto, e solo ora lo stiamo recuperando. All’epoca si scelse di favorire solo la televisione. Oggi è giusto invece fare così. Vedremo come si svolgerà questa vicenda nel concreto, perché – lo ricordo – ci vuole una legge per cambiare la formula  del “beauty contest”. Il “beauty contest” attuale è regolato da una norma del 2009, e questa norma deve essere cambiata con una nuova norma di legge. Vedremo anche con quale strumento si sceglierà di intervenire: se con un decreto legge o  un disegno di legge; vedremo quali saranno i tempi e le priorità che verranno scelti. Un altro profilo che poi emerge –  almeno secondo indiscrezione –  è che parte di queste risorse dovrebbe andare al settore delle telecomunicazioni. Ciò non può che essere un fatto positivo. C’è grande necessità di frequenze. Tutti noi abbiamo a che fare con la connettività internet attraverso i nostri I-phone piuttosto che i nostri tablet, e ci rendiamo conto di come il livello di copertura del segnale sia insufficiente. Le frequenze servono come il pane per sviluppare le connessioni a banda larga in mobilità. Detto questo, c’è anche da chiarire quali saranno le condizioni di quest’asta, ed in che misura si recupererranno soldi. È mia personale opinione che sullo sfondo resta però una condizione  di  cui poco si discute, ed è la seguente: l’Unione Europea ha imposto all’Italia che alcune frequenze del digitale vadano a nuovi operatori, ritenendo che la legge Gasparri sia una legge che chiude il mercato della comunicazione e che, con il concentramento delle risorse, certifichi ed assicuri il duopolio televisivo. Oggi rompere questo sistema non significa solo superare il beauty contesta o  assicurare il  dividendo di frequenze da assegnare alle telecomunicazioni: bisogna cercare di favorire la nascita di un’alternativa editoriale seria in questo Paese. Spero che il governo preveda una misura che molti di noi si augurano, e cioè che una di queste frequenze vada a forme di televisione nazionale costituite mediante la sottoscrizione o l’azionariato pubblico. Questi mesi hanno visto iniziative in tal senso, come ad esempio quella di Santoro. Vediamo se le regole di queste assegnazioni consentiranno di poter realizzare  simili iniziative. Questa sarebbe davvero una svolta: l’introduzione nel sistema di nuovi soggetti editoriali”.

Dati Auditel di lunedì 9 aprile 2012

Tg1 – ore 13:30 3.208.000 22.19% ore 20:00 5.108.000 23.79%.
Tg2 – ore 13:00 2.440.000 17.17% ore 20:30 2.612.000 10.74%.
Tg3 – ore 14:30 1.723.000 13.88% ore 19:00 2.466.000 15.83%.
Tg5 – ore 13:00 2.971.000 20.74% ore 20:00 4.223.000 19.61%.
Studio Aperto – ore 12:25 2.176.000 17.07% ore 18:30 1.192.000 9.09%.
Tg4 – ore 11:30 698.000 8.01% ore 19:00 1.311.000 8.38%.
Tg La7 – ore 13:30 778.000 5.43% ore 20:00 1.900.000 8.73%.

 

Fonte: www.tvblog.it


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