Chi ha vinto le elezioni? La destra, come era logico visto che era l’unica che sommava i propri voti nei collegi uninominali. E quanto ha preso? Il 43,8% è la risposta, il 26% il primo partito i Fratelli della Meloni. Ma in cifra assoluta quanti voti ha avuto il simbolo con la fiamma? 7 milioni e 300mila. E quanti sono gli italiani? Non eravamo 60 milioni? Vi tornano i numeri?
Il problema delle percentuali è che sono illusionistiche. E’ assolutamente corretto dire che vince chi arriva primo e che incrementa i propri consensi. Poi però bisogna guardarsi intorno. La democrazia è il governo del popolo, giusto? E il popolo che ha fatto? Sommando astenuti e schede bianche e nulle si arriva al 39,3. Se fate i conti risulta che ha espresso la propria “volontà” nelle urne il 60,7% degli aventi diritto. In concreto vuol dire che la coalizione vincente nei fatti ha preso il 26,6% del voto italiano ( gli altri ancora meno). Se vi guardate intorno per strada in realtà per Meloni, Salvini, Belusconi ha votato un passante su quattro, non uno su due.
Per la verità c’è chi dice che quel numero dovrebbe calare ulteriormente. Calcolando tutti gli italiani (anche i non iscritti nelle liste elettorali) si arriva a uno su cinque. Il professor Valbruzzi dell’Università Federico II di Napoli in uno studio ( ripreso dal Corriere) ha valutato che siamo scesi sotto ,il 50% come partecipazione, per la prima volta siamo arrivati al 49,3% del totale della popolazione nazionale. In Europa (fra i grandi paesi) solo la Francia ci fa concorrenza in questa crescita della disaffezione ( alle legislative).
L’astensionismo è uno dei grandi temi rimossi dal nostro dibattito pubblico. Nella società dello spettacolo contano solo gli attori. Chi non appare, scompare. Se ci aggiungete leggi elettorali come il Rosatellum che fa di tutto per demoralizzare l’elettore ( SWG dice che solo il 40% conosceva i candidati del proprio collegio), la frittata è completa.
A noi però potrebbe interessare l’identità sociale degli astenuti. Già sappiamo che sono molti di più al Sud che al Nord. Spulciando le ricerche, quella dell’Ipsos ci dice altro. Si sono astenute maggiormente le donne (41,5%), i giovani (42,7), chi ha bassa scolarità (45,2%) e precaria condizione economica (49,4).
Se siete arrivati fin qui nella lettura, chiedo: non sono proprio i soggetti sociali che dovrebbero essere interessati a progetti di cambiamento? Non è che la loro disillusione nasce dal fatto che molti proprio non le vedono queste speranze\prospettive?
La democrazia dei leader televisivi, dei partiti personali, delle dispute cosa fa Tizio cosa fa Caio può appassionare solo gli addetti ai lavori. Gli altri sono esclusi, rimossi, logico che si auto escludano dal gioco. A proposito sapete chi ha votato di più? Imprenditori, dirigenti, liberi professionisti al 74,1%. Oltre il 70% pure laureati e benestanti. E’ questa la democrazia del terzo millennio?