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Ponte sullo Stretto. Anche il centro destra si adegua all’Europa

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Dopo l’uso della Sicilia come miniera di collegi sicuri, di Ponte non se ne parla più; raggiunto l’obbiettivo dell’elezione di entità aliene al territorio, proprio nelle aree di lotta alla mafia. Pare che l’onorevole “fidanzata d’Italia” abbia affermato di voler rappresentare la città di “Marsala del Vallo”. Per il Ponte sarebbe il momento di ascoltare l’Europa. Basti ricordare che il Ponte è un elemento essenziale del corridoio Palermo-Berlino, che rappresenterebbe l’asse portante dell’economia euro-africana. Invece si sta realizzando un’opera inutile (e dannosa) come il TAV Torino-Lione. Un’opera che costerà circa dieci miliardi (€. 10.000.000.000) con benefici dichiarati inferiori al miliardo. Nella “Analisi Costi/Benefici” una perdita netta di nove miliardi. Per un’opera indispensabile come il Ponte sullo Stretto non si trovano le molto minori risorse (4 miliardi) che potrebbero essere facilmente restituite con i pedaggi. In ogni caso i benefici sarebbero comunque molto superiori ai costi. Una scelta logica, però aborrita dalla stessa Europa che consente l’arrivo in Sicilia del pomodorino olandesino (dichiarato di Pachino), che, anziché a chilometro zero, giunge sui banchi dei supermercati con tremila (3.000) km di tragitto. Questo per salvaguardare l’ambiente!
L’inutile TAV sarà realizzato, per ridurre i tempi del solo traffico merci di pochi ininfluenti minuti rispetto al tragitto attuale. Mentre il Ponte ridurrebbe di ore il transito di treni ed auto, di merci e persone, unendo la Sicilia all’Italia e integrando inoltre due regioni importantissime del meridione, che soffrono dati economici negativi enormi. Il sud deve restare sempre nella disperazione costante.
Forse tra i nemici del Ponte, oltre ai venduti politici italiani, c’è il nord Europa che osteggia qualunque soluzione che riduca lo strapotere dei porti di Rotterdam ed Amburgo. Difatti un corridoio essenziale come il Trieste-Danzica (proposto da imprese italo-polacche già negli anni ’90) non è stato mai inserito dall’UE nei suoi spesso demenziali programmi.


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