Questa omertà processuale non mi piace. Non è accettabile sentir dire dal Procuratore Gratteri che non può comunicare i nomi degli indagati in una delle maggiori operazioni contro la ‘ndrangheta, perché altrimenti rischia iniziative disciplinari. Gratteri chiede aiuto ai giornalisti, tramite i loro editori, per far cambiare la legge.
Io invece mi aspetterei da lui la disubbidienza civile di dare tutte le notizie processuali che si potevano comunicare prima del ”bavaglio”, esponendosi volontariamente a un procedimento, per poi impugnare la norma limitativa presso la Consulta, per contrasto con il diritto all’informazione (art.21). Capisco che si alzerebbe una polemica enorme, ma da un ”combattente” come Gratteri mi aspetto che non si adegui all’obbedienza di norme ingiuste. E avrà al suo fianco tutti gli italiani che sanno che l’informazione è una componente essenziale della legalità.