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Stragi nazifasciste, 78 anni fa l’eccidio di Fivizzano: un docufilm con Franco Giustolisi per non dimenticare

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“Meditate che questo è statose è successo, vuol dire che può succedere ancora”.
Nelle parole di Primo Levi c’è tutta l’essenza del docufilm «Il coraggio della memoria  – Le stragi nazifasciste di Fivizzano» che il primo settembre sarà presentato in anteprima a Venezia nell’ambito degli eventi della Mostra del Cinema che prende il via il 29 agosto.
Un lavoro importante, basato sulla ricostruzione di quegli eccidi attraverso la scoperta dei documenti relativi ai procedimenti nei confronti dei criminali nazisti che li avevano compiuti, portati alla luce da Franco Giustolisi, tra i più  autorevoli giornalisti di inchiesta italiani.
Ed oggi, nell’anniversario della strage  di Vinca, avvenuta tra il 24 e il 27 agosto 1944 nel piccolo borgo del comune di Fivizzano e in altre frazioni ai piedi delle Alpi Apuane, ricordare il valore di quell’inchiesta ha una valenza ancora maggiore.
Furono oltre 400 i morti civili trucidati dalla ferocia nazista che si era abbattuta in quelle valli già  su Mommio, il 4-5 maggio ’44, e poi, in seguito, lungo un tragico cammino di sangue, a Bardine di San Terenzo Monti, a Valla di San Terenzo Monti, a Gragnola, a Monzone e a Tenerano.

Un massacro di uomini, donne, anziani e bambini, dal 17 agosto al 13 settembre ’44.

«L’armadio della vergogna», diretto da Leonardo Rosi e con la voce narrante della sottoscritta, in quanto ”erede morale” dell’impegno di Giustolisi quale ultima vincitrice  del Premio “Verità e giustizia” a lui dedicato, testimonia l’importanza della memoria. Un docufilm che si è sviluppato nel solco del percorso di “verità  e giustizia” intrapreso dal comune di Fivizzano, “città martire” che nelle stragi nazifascisteha visto martirizzare la sua gente.
In un’epoca in cui l’odio e gli estremismi nazionalisti hanno assunto altre forme e si manifestano in modo più subdolo, quest’opera racchiude in sé e ricorda tutto il valore e l’importanza della memoria, che rappresentano un vero e proprio argine a pulsioni neofasciste.
Questo documentario vuole essere una sorta di diario,  un salvadanaio dello spirito, affinché la storia diventi funzione mnemonica viventeche sopravviva ai testimoni diretti che hanno esercitato finora la facoltà di ricordare quanto avvenuto.

Memoria da coltivare affinché ciò che è stato non si ripeta eparafrasando ancora Levicon il sonno della ragione” in futuro possa essere dimenticato.


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