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Informazione e voto, il condizionamento esterno di tipo russo

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E’ molto preoccupante il contenuto della relazione del Copasir al Parlamento, depositata il 19 agosto. Parla chiaramente di pesanti mire di di Russia e Cina ad ingerire nell’informazione con finalità (anche) di condizionamento politico-elettorale. Probabilmente per la prima volta si teme anche per il voto politico cui viene fatto espresso riferimento nel dossier appena pubblicato. “L’opera di diffusione di false notizie riconducibili alla Federazione Russa risponde peraltro ad una strategia già operativa da tempo e che in questi mesi ha trovato
ulteriore consolidamento: essa fa capo direttamente alla Presidenza della Federazione e si rivolge al nostro Paese, anche soprattutto nell’ambito dei canali di informazione pubblica e privata attraverso soggetti che vengono ospitati e partecipano ad alcune trasmissioni con l’intento di veicolare la disinformazione e il tentativo di condizionare o comunque inquinare il processo di formazione delle libere opinioni che è un caposaldo delle società democratiche. In alternativa, è stato altresì osservato che la propaganda azionata dal Cremlino si avvale di agenzie di stampa online controllate che pubblicano i propri contenuti in diverse lingue – compreso l’italiano – con decine di milioni di visualizzazioni, nella maggior parte dei casi del pubblico più giovane. Si tratta di siti di propaganda e di disinformazione di cui sono ignoti i sostenitori, le fonti di finanziamento e che non forniscono evidenze sui fatti narrati. I contenuti di questi siti veicolano la disinformazione rimbalzando presso taluni siti italiani, moltiplicando l’onda malevola delle false informazioni. Questa partecipazione si articola in tre possibili livelli: autorità aventi un’evidente responsabilità di tipo politico; soggetti russi, non solo appartenenti al mondo giornalistico, aventi forme di collaborazione con le autorità russe; soggetti italiani che si adoperano come agenti di influenza e di disinformazione e che vantano rapporti con canali anche culturali della Federazione Russa”. Questo è uno dei passaggi che spiegano meglio cosa sta accadendo nelle settimane che precedono il voto nell’ambito, comunque, di una strategia che viene da molto lontano. Mentre in alcuni Paesi europei sono stati già presi provvedimenti di tipo legislativo per smascherare e arginare le fake news in ‘Italia, si ravvisa una sostanziale debolezza degli interventi per il contrasto alla disinformazione e alle diverse forme di ingerenza”, si legge nel rapporto del Comitato. E ancora: “…in vista del prossimo appuntamento elettorale si rende indispensabile innalzare il livello di difesa e di consapevolezza verso questo tipo di rischi. In questa prospettiva, l’ACN ed il Ministero dell’interno stanno già conducendo un’analisi di valutazione del rischio per tutelare il voto in quanto il processo elettorale, alla base delle democrazie, deve essere salvaguardato al massimo grado, anche per preservare la reputazione delle stesse istituzioni”. In un simile scenario “emerge un chiaro deficit e ritardo del nostro Paese rispetto ad impegni, strumenti, strategie e misure che da diverso tempo sono già operativi tanto nel contesto internazionale quanto in quello dell’Unione europea e di alcuni Paesi del Vecchio Continente. La Russia sta utilizzando infatti la disinformazione come strumento di ingerenza nelle democrazie liberali per influenzarne processi elettorali e processi decisori”.


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