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Piero Angela, un grande maestro

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A pochi è concesso l’onore di salutare i propri spettatori nel momento della partenza per il viaggio più importante della vita. Piero Angela lo ha fatto con un messaggio sul web con cui annunciava di concludere con questo ciclo – ancora in onda – il suo mitico Superquark dopo 70 anni di carriera giornalistica, di divulgazione, di comunicazione.
Un grande maestro, un grande italiano. Piero Angela ha accompagnato la conoscenza scientifica, astronautica, naturalistica degli italiani per due generazioni, contribuendo in modo determinante a far crescere la cultura di tutti, soprattutto negli anni in cui il servizio pubblico della Rai riusciva benissimo nell’intento di far crescere il paese attraverso ogni tipo di conoscenza. Lui ci ha spiegato lo spazio, i pianeti, il corpo umano, la terra, i tesori nascosti e mille altre cose facendoci appassionare come a una lettura di un romanzo avvincente.
Il divulgatore per antonomasia, ma soprattutto un giornalista che fino all’ultimo giorno di lavoro per Superquark ha visionato, analizzato documenti, studiato i testi e i contenuti di cui parlava il programma. Piero studiava ancora a più di 90 anni, come aveva studiato sempre.
Per i 60 anni della televisione scelse pagine fantastiche di programmi scientifici quasi mai suoi, ma era impossibile non metterli, sarebbe stata una carenza grave. Discutemmo molto, alla fine quelle pagine dei suoi programmi le selezionai io e lui approvò.
In 70 anni di attività per la Rai nessuno ha mai fatto una critica o un attacco politico a Piero Angela, da non credere. Ma lui era così. Come se da sempre fosse super partes, fuori dai giochi della politica ma sempre in campo con il gioco del contenuto, del prodotto, della professionalità. Ha cresciuto generazioni di giornalisti scientifici e divulgatori, non solo il suo splendido figlio Alberto. Ci ha fatto diventare familiari scienziati e fisici, storici e chimici, matematici e geografi.
Con Piero Angela se ne va un modo di fare servizio pubblico che non esiste più ma di cui molti sanno e spero sapranno portare avanti l’insegnamento. Se gli sarà consentito.
Comunque a Piero, che ha avuto centinaia di riconoscimenti in tutto il mondo, una sola foto della sua carriera lo emozionava davvero: quella in cui lui, poco più che ragazzino, suonava il jazz al pianoforte in uno studio della Rai di Torino. Perché in realtà lui amava la musica più di tutto il resto e infatti l’ultima sua produzione è un disco jazz uscito sei mesi fa. In tanti, in tantissimi dobbiamo solo dire grazie a questo grande maestro.


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